Herr Bronner

Colui che ha dato il nome alla varietà Bronner

La prima Piwi a bacca bianca a poter essere coltivata in Italia. Creata all’Istituto di Ricerca di Friburgo nel 1975 dal breeder Norbert Becker, è stata iscritta al Registro Nazionale nel 2009 su proposta della Provincia Autonoma di Bolzano. Tra le più diffuse, ne derivano vini di grande struttura e complessità.

Il nome è un tributo a Johann Philip Bronner.
Nato in Germania nel 1792 a Neckargemünd, era figlio di un farmacista e a sua volta divenne farmacista nel 1815 dopo gli studi a Baden. Un anno dopo si sposò con la figlia di un altro farmacista di Wiesloch, Friedrich Märklin dal quale rilevò la farmacia comunale. Nel giro di 7 anni ebbe 4 figli ma purtroppo la moglie morì giovane a soli 33 anni nel 1822.
Passati altri 7 anni, nel 1829, si risposò con la cugina della moglie, Elisabetha (Lisette) Heddaeus, figlia del pastore protestante di Biebelnheim. Con lei ebbe altri 4 figli in 5 anni.
Un paio di anni dopo, il figlio di Bronner, Philipp, rilevò la farmacia e fece costruire l’edificio tutt’ora presente in Hauptstrasse a Wiesloch.

Johann Philip Bronner ha un legame forte con la viticoltura per esserne stato un pioniere. Prima del secondo matrimonio, nel 1826, aveva acquisito delle terre nel paese per coltivare la vite e fare vino. Aveva investito molto per renderle coltivabili e per apprendere la viticoltura si era fatto aiutare e consigliare dai viticoltori della zona. Aveva poi continuato la formazione nel Palatinato e nel Rheingau.
Nelle sue vigne ha sperimentato vari metodi di potatura e creato un vivaio che nel tempo è cresciuto fino ad avere circa 400 varietà e 100.000 piante.

Seguendo il suo motto Cattura e usa lo spirito dei tempi“, Bronner ha effettuato numerosi viaggi in varie regioni vinicole nazionali e straniere per migliorare le sue conoscenze, in parte per conto del governo del Baden. Oltre al Palatinato, alla Mosella e al Rheingau, le destinazioni del Bronner erano anche il Württemberg e la Sassonia. Nei paesi vicini ha visitato Francia, Svizzera, Austria-Ungheria e Italia. Oltre alla parte agricola della viticoltura, Bronner prediligeva la cosiddetta potatura a blocchi e contribuiva in modo significativo alla diffusione di questo metodo di allevamento. Il miglioramento della qualità del vino era per lui particolarmente importante. A tale scopo, Bronner ha venduto modelli di una pressa ad alta velocità (pressa a mandrino) che aveva sviluppato lui stesso.
Ha scritto 13 libri e numerosi articoli specialistici. Il suo ultimo libro, The Wild Grapes of the Rhine Valley, risale al 1857.

Oltre all’uva, era un amante e coltivatore di rose, tanto che incluse nel suo testamento una clausola per garantire la conservazione e la cura dopo la sua morte, che avvenne nel 1864 a 72 anni. Poco prima della sua morte disse: “Mi piace morire, ho potuto condurre una vita lunga e riccamente benedetta”.

A lui è intitolata una scuola di Wiesloch oltre alla varietà di uva che tanto amiamo. Nell’uva Bronner si conserva il patrimonio genetico di un grandissimo vitigno, tipicamente tedesco, il Riesling renano e del Pinot gris.

Fonti storiche: Deutsch Wikipedia link – altre fonti: vinievitiresistenti.it – immagine: Johann Philipp Bronner um 1840. Museum Wiesloch rielaborata da vinievitiresistenti.it