I naturali e sostenibili di Burgerhof

Mi piaceva così tanto l’immagine di questi vini che ho voluto presentarli insieme, con i loro insetti che campeggiano sulle etichette a simboleggiare biodiversità e sostenibilità. La produzione vinicola della famiglia Messner è biologica e utilizza solo varietà resistenti. Le vigne sono coltivate su suoli argillosi e sabbiosi con presenza di roccia granitica in località Pian di Sotto di Bressanone a circa 750m slm. Vi presento i loro 4 vini, uno spumante, due bianchi e un rosso.

InSekt 2019, Burgerhof

È uno spumante, rifermentato in bottiglia “col fondo”, proviene dalle varietà Muscaris e Solaris. Bella la bottiglia trasparente e la luminosità giallo tenue del vino. Basta un piccola mossa per rimettere in sospensione i lieviti. Alla stappatura bisogna fare attenzione perchè c’è tanta energia pronta ad uscire. Viene confermata anche dalla bella schiuma e persistenza delle bollicine.

Profuma d’estate, di fiori bianchi, succo d’agrume e mele appena colte. Il sorso è dissetante, ci ritrovo l’agrume di pompelmo/mandarino e l’uva spina. Una spinta aromatica elegante che è valorizzata dalla salinità e dell’anidride carbonica. Non è lunghissimo nella persistenza ma lascia un bel retrogusto di frutti freschi e lieviti. Il volume alcolico è del 12,5%.

Esprime solarità e gioia. L’aperitivo è il suo momento d’elezione ma l’ho immaginato da “viaggio”, da portare in gita, con la borsa frigo e gustato all’aria aperta, con gli insetti che ronzano intorno. Mi piace parecchio questo Pet-Nat (Petillant e Naturelle) di Gruberhof. 

Weißlahn 2018, Burgerhof

La bottiglia renana è sempre bella da vedere e maneggiare. Il vino è scarico di colore, la curiosità mi ha fatto guardare subito il volume alcolico, e sorpresa, è del 14%! Ruotandolo nel calice risulta “pesante”. Il naso mi dice di fiori di bosso e sambuco, poi di mela golden ed erbe aromatiche, penso all’origano. Bel bouquet comunque.

L’assaggio è avvolgente, caldo, con sentori di polpa gialla e balsamici nel retronasale. Gran corpo, robusto. L’alcol scalda le labbra ma è armonizzato. Il sorso si allunga con eleganza, il finale sfuma su aromi di pomacee e sensazioni burrose. È ottenuto da uve di Johanniter, una varietà che si esprime in modi diversi e che solo in certi casi regala vini di grande valore. Questo è uno di quelli. Preciso ed elegante. Gran bianco da accompagnare a piatti strutturati. Godrei a vederlo in degustazione in un banco d’assaggio con i rinomati bianchi francesi. Ne uscirebbe alla grande, ha una struttura possente ma mantiene freschezza ed eleganza assoluta. Una magnifica espressione del terroir di Bressanone.

L’ho abbinato con piacere a degli Spatzel agli spinaci con Speck. Assaggiato anche il giorno dopo con lo stesso identico piacere. Gran vino da mettere in cantina per occasioni speciali.

2021

Ackerlen 2018, Burgherof

Vino bianco da uve Solaris 90% e Muscaris 10%. Come il precedente è vestito da un tono leggero di giallo. Si distingue per l’impatto olfattivo che cattura le narici anche a distanza. Profuma di frutta a polpa gialla, pesca, mango e di fiori. Penso al gelsomino e al tiglio. Arriva anche qualche sentore speziato di pepe. All’assaggio è robusto, caldo, glicerico. La sapidità e acidità riescono a riequilibrare tanta struttura. Il volume alcolico raggiunge il 14,5% e in questo primo assaggio, senza l’accompagnamento del cibo, lo sento arrivare alle orecchie a scaldarle.

È senza dubbio un vino impegnativo, che mantiene eleganza e aromaticamente si allunga sul frutto tropicale e su sfumature vegetali fresche. Per tenerlo a bada, in primis sono ricorso a dei crostini con acciughe che ci vanno a nozze, poi ho provato dei filetti di sgombro che per la loro amarezza si sono adattati bene alla morbidezza di questo Ackerlen.

Non è un vino da aperitivo, è un rosso vestito da bianco che vuole gambe sotto il tavolo e piatti importanti in abbinamento. Sapidità e piccantezza possono accompagnarlo con piacere. Andrebbe testato con ostriche o lumache di mare. Mi piace per la solarità che trasmette e perchè rimane vivo e dinamico nonostante la robustezza.

Burgfrieden 2017, Burgerhof

L’ultimo assaggio dei vini prodotti da questa cantina riguarda un rosso da uve di Regent. Paradossalmente è il più leggero di tutti, ha solo il 12% di volume alcolico. Il colore è scuro, tenebroso, lascia qualche spiraglio di luce giusto sui margini, mostrando un rosso rubino/granato.

Profuma di piccoli frutti neri e viola, sebbene sia del 2017 rilascia ancora dei sentori vinosi. L’assaggio restituisce una buona acidità e sapidità. Ha una struttura abbastanza leggera e aromi che riconfermano i frutti freschi e un tannino sottile. Nel retrogusto c’è dello speziato di pepe nero e del fumé che arricchiscono il bouquet. 

È un vino da mettere in tavola senza riserve ad accompagnare la cucina casalinga, magari un buon formaggio di malga o dei salumi per una merenda contadina.

Ho assaggiato questi vini in quattro giorni, nella sequenza in cui li ho presentati. Sono rimasto impressionato dalla potenza dei bianchi, qualcosa di unico rispetto ai tanti altri vini ottenuti dalle stesse varietà.
Il terroir gioca un ruolo fondamentale ma è all’enologo che vanno i miei complimenti. Riuscire ad avere così tanta potenza e mantenere allo stesso tempo freschezza e armonia, dimostra grande maestria. Mi sono piaciuti molto.
Anche lo spumante e il rosso comunicano quella naturalità che mi aspettavo di trovare. C’è la sensazione di “apertura” in questi vini, di ritrovare prodotti della natura, buoni e sani.

Burgerhof Messner, Pian di Sotto 1, Bressanone (BZ) – Sito web