Novità dal CREA-VE per il triennio 2021-2023

Il 29 marzo 2021 è stato approvato il PIANO TRIENNALE DI ATTIVITÀ del CREA e per quanto riguarda la viticoltura vi sono interessanti novità dal Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia (VE).

Tra gli obiettivi strategici del CREA al primo posto vi è la Digitalizzazione della viticoltura e dell’enologia con la conseguente razionalizzazione delle risorse e la riduzione dell’impatto ambientale. Robotica, sensori e software per ridurre gli ingressi nel vigneto e gli interventi in cantina ecc. (vedi documento integrale a fine pagina).

Il secondo obiettivo, di grande interesse per quanto riguarda il miglioramento genetico della vite è: Caratterizzazione, valorizzazione e miglioramento delle risorse biologiche. L’obiettivo è duplice: da un lato nell’ambito della Biodiversity strategy for 2030 recuperare, caratterizzare e conservare risorse biologiche disponibili di vite, microorganismi enologici e benefici per la difesa, la fisiologia e lo sviluppo, dall’altro andare a migliorare le risorse già esistenti sia attraverso metodi classici di miglioramento genetico basati su incrocio e selezione sia tramite l’applicazione di nuove nuove tecniche di miglioramento genetico (NBT).

Dal punto di vista del miglioramento delle risorse viticole sarà centrale, con particolare attenzione alla sostenibilità in viticoltura, il tema del controllo delle principali patologie fungine con cui la moderna viticoltura deve oggi confrontarsi (Peronospora, Oidio, Botrite, Mal dell’Esca e altre malattie del legno), nonché malattie da quarantena (Fitoplasmosi e virosi) e controllo degli insetti dannosi, con particolare attenzione agli insetti nocivi di recente importazione. Nonostante la presenza in commercio di numerosi agrofarmaci di natura biologica ed in generale di tecniche di lotta ecosostenibili, il ricorso a prodotti chimici rappresenta ancora oggi la principale strategia utilizzata a scopi preventivi e/o di contenimento. In particolare, un obiettivo tangibile della macroarea è l’ottenimento di nuove varietà resistenti tramite miglioramento genetico classico supportato dai marcatori molecolari.

Varietà resistenti

Prodotti e servizi rilasciati
Disponibilità di 6 linee di élite con resistenze ai maggiori patogeni fungini (peronospora e oidio) ottenute con tecniche di miglioramento genetico tradizionale, tramite ibridazione tra vitigni resistenti ed autoctoni.

Veneto: Glera, Raboso
Toscana: Sangiovese
Piemonte: Barbera, Nebbiolo
Lazio: Bellone, Cesanese e Malvasia del Lazio
Puglia: Primitivo, Aglianico e uva Italia. Per l’uva da tavola anche apirenia (assenza di semi);

Cisgenesi e Genome editing

Attraverso l’uso delle nuove tecniche di miglioramento genetico si vogliono nello specifico ottenere due obiettivi tangibili, uno nell’ambito degli stress biotici ed uno nella qualità del prodotto, che dimostrino la validità di queste metodiche di nuova generazione: varietà apirene da una o più varietà di pregio attualmente con semi e viti resistenti ad uno o più patogeni, prevalentemente fungini ma non solo, tramite il genome editing e/o la cisgenesi. Parimenti, dette tecniche sono applicate anche per trovare risposte ai cambiamenti climatici, attraverso lo studio di geni coinvolti nella resistenza a stress abiotici, nello specifico lo stress idrico. (Definizione di Cisgenesi e Genoma editing)

Prodotti e servizi rilasciati
Predisposizione di 2 prototipi da protocolli biotecnologici, tramite cisgenesi e genome editing:

  1. Vitigno da vino resistente a peronospora e oidio, “silenziando” la funzione di due geni di suscettibilità ai due patogeni fungini;
  2. Uva da tavola apirena e resistente ad oidio, tramite “eliminazione” del gene responsabile dello sviluppo del seme e il “silenziamento” del gene di suscettibilità all’oidio, importante nel sud Italia;
  3. Una terza opportunità di utilizzo di queste tecnologie per rispondere alle necessità dei cambiamenti climatici verificando l’effetto del silenziamento di geni coinvolti nella suscettibilità allo stress idrico

Altri prodotti e servizi rilasciati


Riduzione dei solfiti
Metodo per la riduzione dei solfiti nei vini, in tutte le fasi della vinificazione, tramite:

  1. bioprotezione: utilizzo dei microrganismi fermentativi come bio-risorse per la produzione di vini stabili che richiedano meno solfiti,
  2. sensoristica: monitoraggio dell’ossigeno disciolto nel vino e di parametri chimici associati, per verificare in tempo reale i rischi di ossidazione tramite tempestivi interventi di correzione alternativi all’uso di SO2,
  3. chimica: test di tannini enologici e derivati di lieviti per una riduzione nell’uso della SO2.

Controllo stato idrico
Realizzazione di 3 impianti pilota (nord, centro e sud Italia) con applicazione di strumenti digitali e gestione del vigneto di ultima generazione (DSS, GPS, microchip in pianta e terreno, centraline meteo ad alta densità) per la riduzione di input antropici in viticoltura tramite controllo dello stato idrico della pianta e del terreno, fertirrigazione e inerbimento, controllo infestanti, patogeni e insetti dannosi nel massimo rispetto della biodiversità e dell’ equilibrio coltura-ambiente. Queste attività
saranno realizzate in compartecipazione di aziende private partecipanti a progetti PSR regionali a finanziamento europeo e H2020, coordinati dal CREA VE.

Microrganismi utili
Applicazione di microrganismi per l’agricoltura rigenerativa. Nell’ottica del New Green Deal definito dalla Comunità Europea verranno sviluppati dei protocolli per l’applicazione di microrganismi utili in vigneto con particolare attenzione alla possibilità di: diminuire gli input chimici, intesi come applicazione di fertilizzanti e prodotti chimici per la difesa, stimolare la crescita e le risposte di difesa della pianta, aumentare la biodiversità del suolo e del vigneto ed identificare quelle interazioni che determinano gli aspetti di tipicità e unicità dei prodotti del territorio Italiano.

Fonte: https://www.crea.gov.it/atti-generali

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