Casera Frontin, Maurizio e Fabiola contadini in Valbelluna

Il Casera Frontin l’ho avuto in frigorifero alcuni giorni prima di decidermi a degustarlo, aspettavo l’occasione giusta. Il pranzo in famiglia della domenica lo è. Si prepara qualcosa di speciale e ci si mette a tavola con calma. Il vino richiede l’attenzione dovuta, in base alla scelta si decide cosa cucinare (o viceversa) e le persone con cui condividerlo.

È uno spumante da uve di Pinot Grigio, Johanniter, Bronner e Solaris vendemmiate a mano e messe in macerazione per circa tre settimane. Al termine della fermentazione segue una pressatura soffice e l’affinamento del vino in anfore di terracotta. Nel settembre successivo la rifermentazione per la spumantizzazione avviene con l’aggiunta in bottiglia di mosto fresco. È un brut “nature”, non filtrato e non sboccato, da agricoltura biologica e biodinamica.

Non ho dovuto immaginare chissà cosa per l’abbinamento, ho provato la classica lasagna domenicale e il polpo con patate. Entrambi si sono accompagnati bene per le loro proprietà tendenti al dolce che hanno sia la pasta che le patate. Il sapore del polpo ha trovato una buona contrapposizione aromatica con il Casera Frontin.

Senza divagare negli aspetti culinari e concentrandosi sul vino; è un progetto di famiglia, che vede impegnati l’enologo Maurizio Donadi e Fabiola Collatuzzo nel loro piccolo angolo di paradiso in località Pranolz di Borgo Valbelluna (BL), vedi link.

Foto Albino Armani

Il Casera Frontin si presenta in bottiglia con una etichetta giocosa che esprime naturalità e biodiversità. Il tappo a corona parla di semplicità  e ricorda al consumatore la produzione proveniente da “contadini in Valbelluna”. Nel calice è naturalmente torbido non essendo sboccato, di un giallo dai toni solari. Le bollicine trasportano aromi intensi, freschi, di fiori e prati di campagna, fruttati di mela e agrumati di pompelmo rosa e mandarino.

All’assaggio è ricco e tridimensionale, un saliscendi di input gustativi che mi ha fatto visualizzare le scale infinite di Escher. Un disegno preciso che si ritrova nelle caratteristiche di questo spumante brut nature. 

Tanta freschezza, succosa, come una spremuta fatta al momento, contornata da sentori di miele ed erbe aromatiche. La frizzantezza rende gioioso il sorso, si allunga mantenendo piacevolezza gustativa per poi arrivare ad una chiusura minerale/salina.

Mi piace molto questo spumante, fragranza e pulizia sono sempre presenti. Respira e mi fa respirare l’aria di montagna. Si beve con naturalezza più che con facilità, quella semmai riguarda la possibilità di finirlo troppo velocemente. Il volume alcolico è dell’11%.

Le lumache in etichetta sorridono ed anche io. Dovrebbe essere domenica almeno sei volte a settimana.

2021

Maurizio Donadi e Fabiola CollatuzzoVia Frontin, Trichiana (BL) – Sito web