Albino Armani

Quattrocento anni nella vigna e un’infinita passione per il vino. Nella Valle dell’Adige la storia della famiglia Armani e quella della viticoltura procedono insieme da molto tempo. Tutto cominciò il 7 dicembre 1607, quando Domenico Armani firmò il documento notarile, ora custodito nell’Archivio Storico di Trento, che gli consegnava i terreni con “arbori et vigne” appartenuti al padre Simone. È una storia collettiva, che da quel momento prende il nome di una famiglia. Quattro secoli che sono diventati tradizione, metodo e rispetto per il territorio, un bene prezioso da tutelare. 

Oggi il progetto vitivinicolo della famiglia è distribuito su tre territori compresi tra Veneto, Trentino e Friuli, con vini ritenuti grandi descrittori delle terre da cui nascono.

Dal 1962 il cuore del progetto aziendale si trova a Dolcè, nella parte meridionale della Valdadige, una valle glaciale di forte identità che da secoli custodisce un prezioso e delicato patrimonio viticolo, a serio rischio d’estinzione.

Lo stretto legame con questa valle è ciò che ha portato Albino Armani ad intraprendere un vasto progetto di recupero e conservazione delle varietà viticole più antiche ancora esistenti. 

Nel 2002 è stata inaugurata “La Conservatoria delle Varietà Autoctone in via di estinzione in Vallagarina”, un vigneto sperimentale frutto delle ricerche e degli appassionati studi di Albino Armani, con il supporto dei ricercatori dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e del Centro Sperimentale in Viticoltura della Provincia di Verona. Fra i vitigni presenti, sia a bacca bianca che a bacca rossa, citiamo ad esempio la Nera dei Baisi, la Peverella, la Vernazza, la Turca, la Negrara, la Corbina e la Corbinella.

Certificazioni: SQNPI

I vini

Nera dei Baisi

Uve: Nera dei Baisi

Vino rosso.

Zona di produzione: Valdadige in Veneto.
Composizione del suolo: terreno alluvionale.
Sistema di allevamento: pergola veronese.
Vinificazione: fermentazione con macerazione, successiva maturazione parte in acciaio e parte in legno, e lungo affinamento in bottiglia.
Abbinamenti consigliati: la Nera dei Baisi è un vino antico e particolarissimo. Lasciamo alla creatività e alla fantasia degli chef il compito di comporre abbinamenti sensoriali unici.
Temperatura di servizio: 14-16 °C.

Articoli e note di degustazione a cura di Vinievitiresistenti:

Note

La “Nera dei Baisi” è il vitigno che ha dato i migliori risultati sotto il profilo aromatico negli esperimenti di micro vinificazione. Si tratta di una varietà a bacca rossa, la cui unica antica vigna rimasta è stata ritrovata nella piccola contrada “Baisi” di Terragnolo, inerpicata sul terrazzino di una vecchia abitazione. 

Il vino che ne deriva è di un rosso rubino vivace ed intenso. Piacevole il bouquet olfattivo, che richiama profumi freschi e fruttati di ciliegia, lampone e fragola, sensazioni che si ripetono al palato. 

I buoni risultati dati dalla maturazione in legno hanno convinto Albino Armani a proseguire con il progetto e piantare un piccolo vigneto di circa mezzo ettaro di Nera dei Baisi, dal quale ricaviamo ogni anno circa duemila bottiglie, numerate a mano.

Le ricerche su questo particolarissimo vitigno hanno fatto luce sulle sue origini: si tratta di un ibrido tra vite europea e americana, creato dal francese Albert Seibel per essere immune da malattie. Nella banca dati europea è oggi catalogato come “Plantet” e come “Seibel 5455”.

Albert Seibel era un agronomo francese che si trovò ad esercitare questa professione in uno dei momenti più critici della storia della viticoltura, ovvero negli anni in cui dalle Americhe si propagò la fillossera, che intorno al 1860 ridusse la produzione vinicola europea di oltre due terzi. 

Poiché il parassita aveva origine nel nuovo mondo, l’incrocio tra varietà di vite americana e vite europea fu uno dei primi promettenti tentativi di contenere il disastro. Le viti prodotte da questa ibridazione consentivano di avere ceppi di vite che potevano sopravvivere meglio agli attacchi di fillossera, e non solo.

Albert Seibel e il suo collega Georges Couderc iniziarono esperimenti di ibridazione già nel 1886, incrociando le specie per combinare la robustezza delle viti americane con la qualità delle vecchie piante tradizionali europee, fecondando il pistillo di una specie con il polline di un’altra.

Seibel creò più di 15.000 ibridi e nel 1895 fondò una scuola per insegnare metodi di innesto.

Tuttavia, tranne che in paesi come il Canada e gli Stati Uniti, le varietà create da Seibel vennero progressivamente abbandonate, a causa soprattutto di restrizioni poste dalle leggi europee. In Francia, ad esempio, la legge del 24 dicembre 1934 vietava gli ibridi prodotti direttamente da viti americane. 

Solo in questi ultimi decenni, proprio grazie alle aperture ottenute dalle nuove generazioni di ibridi denominate PIWI, che si stanno sempre più diffondendo sia come conoscenza sia come produzione viticola, si è finalmente aperta una ri-lettura del monumentale lavoro fatto da Seibel.

La Nera dei Baisi è può quindi essere considerata a tutti gli effetti un “proto-PiWi” e fa parte a pieno titolo della storia della viticoltura europea del Novecento.

Cantina Vini Armani A. srl, Località Ceradello 401, Dolcè (VR) – www.albinoarmani.com

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