PIWI in Belgio
Viene spontaneo chiedersi “perchè parlare dei PIWI in Belgio”, o addirittura domandare “perchè fanno vino in Belgio?”. Confesso d’averlo pensato, con una sorta di sorrisino compiacente da Italiano fiero del primo posto nella produzione mondiale di vino. Il Belgio semmai ci fa ricordare la birra, le storiche produzioni d’abbazia, non certo i vini e perdipiù PIWI.
Il post nasce dallo scoprire che il Belgio ha visto crescere i suoi ettari di vigna dai meno di 100 ha del 2006 ai quasi 900 ha del 2023 che ora immagino essere arrivati al migliaio.
Le mie conoscenze sul clima e il territorio del Belgio sono limitate a quell’anno, a cavallo del secolo, in cui facevo avanti e indietro da Bruxelles per questioni amorose… il ricordo è di frequenti piogge, una città “bagnata” e probabilmente campagne umide e piatte dove le muffe fanno festa. Comprensibile quindi che le varietà PIWI ricevano grande attenzione e trovino sempre più terreni disponibili per essere coltivate.
Come latitudine il Belgio è tra il 50° e il 51°, sopra quel limite che conoscevamo ideale per la viticoltura e che ora il cambiamento climatico ha spostato più su. Non sono rari i vigneti anche oltre il 55°, come ad esempio in Svezia.
Il Belgio come paese è diviso nelle due macro regioni delle Fiandre e della Vallonia, insieme nel 2023 hanno realizzato 3.434.604 litri di vino (un pochino di più in Vallonia).
I vini prodotti sono prevalentemente spumanti e vini bianchi, mentre solo una piccola parte è fatta da rossi e rosati.
Gli 891 ha di vigneti sono coltivati con varietà internazionali e varietà PIWI. Lo Chardonnay la fa da padrone ma è comunque da rilevare che circa il 30% della viticoltura belga è PIWI, noi in Italia non arriviamo all’1%.

I dati esposti arrivano da: “La viticulture belge en chiffres: récolte et reconnaissances en 2023” – Fonte: SPF Economie – luglio 2024. Al link è possibile scaricare un pdf ricco di grafici e numeri dettagliati su tutta la produzione vinicola belga.