Orfeo e Mario 2023, Corte Zecchina

I nonni Orfeo e Mario danno i nomi a questi due vini di Corte Zecchina che hanno in comune le uve di Merlot Kanthus. Orfeo si sposa poi con il Soreli per dare vita ad un rosato atipico che a ben vedere assomiglia più ad un orange wine.

Orfeo è un vino sorprendente, prima ti spiazza e poi ti accompagna alla scoperta di qualcosa di diverso, intrigante e piacevole. Associa note floreali e minerali a ricordi di albicocca e scorza d’arancia. Il corpo è strutturato, per niente vicino ai ‘rosatelli’ estivi beverini. Il sorso è pieno, accompagnato da un volume alcolico da rosso, al 13,5%. Ha forte personalità, forse difficile per chi è abituato ad altri generi ed un finale amarotico. Io me ne sono innamorato proprio per il suo carattere diverso, fuori dai canoni di genere. Ho avuto la visione del vitello tonnato in abbinamento.

Le uve dei vigneti di Corte Zecchina vengono raccolte a mano e fermentano con lieviti indigeni selezionati in cantina. L’azienda, con annesso agriturismo, si trova a Corte di Piove di Sacco (PD), a ridosso della laguna Veneta, da cui riceve quella brezza marina che insieme ai terreni calcarei-sabbiosi del luogo conferiscono una caratteristica mineralità salina ai vini. Ben percepibile anche nel Mario, il rosso maturato in barrique di rovere per tre mesi.

Piacevole e schietto al palato, Mario suggerisce ricordi balsamici e pepati insieme ad un bel frutto rosso croccante. I tannini sono levigati e il Vol. del 13% mantiene in equilibrio morbidezze e durezze. Soddisfa il sorso e ne incita la ripetizione. Il ricordo di una ciliegia matura ben si integra con un finale salino. Il finale regala una sensazione di vino ‘completo’, ben fatto, con il giusto apporto del passaggio in legno che ne smussa gli angoli senza contaminarlo. Ampiezza e fragranza lavorano in armonia.

I vini di Corte Zecchina trasmettono con sincerità il terroir e un modo “naturale” di concepire il vino, senza costrizioni e con un’alta dose di sostanza.