Il contributo di Federico Paulsen all’ottenimento di nuovi ibridi del genere Vitis (Vitaceae)

Articolo tratto dai lavori della Riunione Scientifica del Gruppo per la Floristica delle Sezioni Regionali della Società Botanica italiana (2020).

Testo di Giulio Barone e Gianniantonio Domina

La principale fonte documentale sulla vita di Federico Paulsen è Pastena (1969). Federico Paulsen‐Datti fu uno studioso di viticoltura e genetista. Nato a Roma il 31 marzo 1861, conseguì la Laurea in Scienze Agrarie nel 1884 presso la Scuola Superiore di Agricoltura di Portici. Nel 1879 si manifestarono i primi casi di fillossera Daktulosphaira vitifoliae (Fitch, 1856) nelle provincie di Como e Milano e nel 1880 in quelle di Caltanissetta e
Messina. La fillossera è un afide che è stato portato accidentalmente in Europa dal nord America. Sulle viti europee, questo fitofago si concentra sull’apparato radicale provocando, in breve, la morte della pianta, mentre sulle viti americane si focalizza sull’apparato aereo provocando danni ridotti.
L’insetto si diffuse velocemente: nel 1884 ben 3.000 ettari in tutta Italia risultavano danneggiati. Il Ministero dell’Agricoltura mandò, quindi, nello stesso anno, i migliori laureati e diplomati italiani presso la Scuola Nazionale di Viticoltura di Montpellier (Francia), per farli specializzare contro la nuova avversità; tra questi vi era Federico Paulsen.
Nel 1885 Paulsen fu nominato assistente ai vivai di viti americane presso Palermo; nel 1888 venne nominato “delegato fillosserico” per la provincia di Palermo e nel 1896 divenne Direttore del Vivaio Governativo di Viti Americane di Palermo. Nel 1937, all’età di 76 anni, Paulsen andò in pensione e si ritirò a vivere a Roma presso una sorella. Morì a Riccione nel 1943.
Paulsen nel 1889 iniziò gli incroci tra viti americane e viti europee convinto che la creazione di portainnesti resistenti alla fillossera fosse la strada migliore per contrastare questo patogeno.

Fig. 1
Federico Paulsen, col cappello di paglia, in un vigneto
durante la raccolta dell’uva (Archivio Vivaio Paulsen).

Paulsen studiò, presso il vivaio di cui era direttore, i portainnesti ibridi creati da lui stesso e da altri studiosi, quali Antonio Ruggeri a Spadafora (Messina). A Palermo furono prodotti oltre diecimila individui attraverso incroci diretti e reincroci. Paulsen si occupava di persona della pratica di impollinazione. Gli individui nati da seme erano contrassegnati da numeri e moltiplicati vegetativamente.
I cloni così ottenuti venivano studiati in parcelle sperimentali all’interno del Vivaio Governativo di Viti Americane, sito in via Roccazzo, nell’attuale periferia di Palermo. Dopo anni di osservazioni, i portainnesti più promettenti venivano diffusi tra gli agricoltori come barbatelle radicate. Questa attività durò per oltre 45 anni. Paulsen aveva un contatto diretto e strettissimo con gli agricoltori per conoscere le cultivar autoctone, capire i problemi della viticoltura in Sicilia e diffondere le più moderne pratiche di coltivazione (Fig. 1). Si distinse in particolare per l’uso di piante innestate con portainnesti resistenti alla fillossera. Paulsen diffuse tra gli agricoltori l’uso dell’innesto a zufolo, sino ad allora poco praticato. Nel 1894 Paulsen fu chiamato come co‐direttore della rivista “La viticoltura moderna” edita a Catania. Nel 1900 ne assunse la proprietà e direzione, continuandone la pubblicazione a Palermo sino al 1930. Lo studioso sensibilizzò gli agricoltori all’uso di portainnesti diversi a seconda delle condizioni edafiche ed ambientali degli impianti e pose le basi per una viticoltura moderna di uva da tavola nell’Isola. In questo ambito realizzò e studiò diversi incroci tra cultivar tradizionali siciliane (Zibibbo, Damaschina, Inzuccarata di Noto) e cultivar internazionali rinomate per migliorare la qualità del prodotto e allargare la finestra temporale di produzione.
La critica principale che viene mossa a Paulsen è di essersi concentrato soltanto sull’aspetto quantitativo della produttività delle viti, senza approfondire gli aspetti qualitativi.
Questa impostazione è dovuta alla convinzione dello studioso che la qualità dell’uva prodotta sia fortemente influenzata dai fattori ambientali e varia di anno in anno.
Il patrimonio documentale lasciato da Paulsen è costituito da numerosi contributi su riviste scientifiche e monografie, dalla biblioteca, da numerosi documenti e lettere e dall’erbario del Vivaio governativo di viti americane oggi “Vivaio Federico Paulsen”.
Pastena (1993) elenca 135 articoli pubblicati tra il 1894 e il 1936. Tali contributi vanno considerati come i più significativi. Basta, infatti, sfogliare “La viticoltura moderna” per trovare numerosi altri contributi non citati.
Paulsen si è occupato di ibridazione, di coltivazione della vite e di ampelografia. In questo settore, lo studioso ha redatto le schede di 4 cultivar autoctone siciliane per l’opera enciclopedica Ampélographie (Viala, Vermorel 1901‐1910).
L’erbario è costituito da 612 fogli di 64 × 48 cm, nei quali i campioni, solo tralci con foglie, privi di fiori o frutti, sono fissati al cartoncino con striscioline di carta incollate. Le etichette riportano soltanto l’intestazione del Vivaio Governativo Viti americane Palermo, il nome dell’ibrido, con un numero di riferimento e i parentali; mancano data e nome del raccoglitore. Dall’intestazione si desume che l’erbario è stato realizzato tra il 1896 e il 1929; infatti successivamente il vivaio fu ridenominato Regia Stazione Sperimentale di Viticoltura dal Ministero dell’Agricoltura. La grafia è quella di Paulsen. La determinazione è possibile per confronto diretto con le numerose lettere olografe del ricercatore custodite presso il Vivaio. I campioni erano contenuti in 7 carpette legate con i lacci; oggi sono incorniciati singolarmente su supporti di cartoncino e disposti dentro 5 armadietti a cassetti realizzati su misura. L’importanza di questo erbario dal punto di vista documentale risiede nel fatto che sono schedati diverse centinaia di ibridi realizzati da Paulsen oggi non più esistenti.
Un libretto di campo riporta i risultati di coltivazione di più di 400 ibridi creati tra il 1889 e il 1892 e coltivati sino al 1918 in pieno campo presso il vivaio. Molti di questi ibridi sono attualmente di interesse anche per la comunità botanica, dopo le recenti segnalazioni di spontaneizzazione e la pubblicazione di numerosi nomi nuovi di nothospecie (Ardenghi et al. 2014, 2015, Ardenghi, Cauzzi 2015).
La biblioteca del Vivaio Federico Paulsen è stata istituita al momento della fondazione del Vivaio Governativo di Viti Americane di Palermo. Pur attiva tutt’oggi, il nucleo fondante di questo patrimonio è costituito da libri e riviste acquistati durante la direzione di Paulsen. In totale abbiamo contato 3.325 volumi disposti in 15 vetrine.
Di questi, circa la metà sono libri e la metà riviste. Le materie trattate sono l’agricoltura, la chimica, l’entomologia, la botanica e la legislazione. Una piccola parte è dedicata ai libri di propaganda dell’epoca fascista, bagaglio culturale obbligatorio durante la dittatura. Molti volumi, riferiti a metodi di impollinazione e di ibridazione, sono sottolineati e annotati al margine, probabilmente dallo stesso Paulsen. Parecchi volumi sono in francese, retaggio
degli studi fatti a Montpellier. Stranamente è conservato un solo numero, in due copie, della rivista La Viticoltura Moderna. Attualmente è in corso un progetto di schedatura digitale, da parte della Regione Siciliana, per rendere fruibile questo importante patrimonio.

Letteratura citata
Ardenghi NGM, Banfi E, Galasso G (2015) A taxonomic survey of the genus Vitis L. (Vitaceae) in Italy, part II: the ‘Euro‐American’ hybrids. Phytotaxa 224: 232‐246.
Ardenghi NGM, Cauzzi P (2015) Alien grapes (Vitis, Vitaceae) in Sicily (Italy): novelties for the Sicilian and Mediterranean flora. Natural History Sciences 2: 137‐148.
Ardenghi NGM, Galasso G, Banfi E, Zoccola A, Foggi B, Lastrucci L (2014) A taxonomic survey of the genus Vitis L. (Vitaceae) in Italy, with special reference to Elba Island (Tuscan Archipelago). Phytotaxa 166(3): 163‐198.
Pastena B (1969) La vita e l’opera di Federico Paulsen. Tecnica Agricola 21: 71‐79.
Pastena B (1993) Bibliografia viti‐vinicola siciliana: dalle origini della stampa al 1990. Tip. Italia, Palermo. 157 pp.
Viala P, Vermorel V (Eds.) (1901‐1910) Traité general de viticulture: Ampélographie (vol. 1‐7). Masson, Parigi.

AUTORI
Giulio Barone (giulio.barone01@unipa.it), Gianniantonio Domina (gianniantonio.domina@unipa.it), Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali (SAAF), Università di Palermo, Viale delle Scienze, ed. 4, 90128 Palermo
Autore di riferimento: Giulio Barone