Carnia, PIWI d’alta quota
Tra Dolomiti e Alpi Carniche, a Forni di Sotto, i nuovissimi vini bianchi concepiti e prodotti da Roberto Baldovin e Cantina 837.
Due realtà speculari che valorizzano un territorio che ha trovato nei vitigni resistenti una concreta opportunità di sviluppo.
A Roberto Baldovin va anche il merito d’aver avuto la visione e la costanza nel portare avanti, dopo anni di sperimentazione, un progetto di valorizzazione territoriale basato sui PIWI. Assaggiare questi vini dimostra che il percorso intrapreso è quello giusto.
Vicus 2023, Cantina 837
Uve Solaris
Vigneto a Forni di Sotto (UD) a 865 m/slm
Affinamento 6 mesi in barrique di rovere americano
Brillante con un elegante tono dorato nei riflessi di colore.
Si esprime su profumi di fiori d’acacia, erbe balsamiche e frutti con guscio.
In bocca è sferico, ampio, cremoso, con un vena salina che lo sostiene in una lunga persistenza. Nel finale si trovano note dolci fruttate con ricordi di pesca gialla e miele.
Ha tutte le caratteristiche per accompagnare piatti strutturati di pesce o carni bianche. Conserva la forza del Solaris e quella di un territorio che si dimostra altamente vocato.
Il termine Vicus, la cui radice si ricollega con quella del greco “casa”, è innanzi tutto una borgata, un villaggio che si distingue dalla civitas non tanto per la sua ampiezza o importanza, quanto perché non ha come questa un’organizzazione politico-amministrativa autonoma; in secondo luogo è il complesso di più case e strade di una città, quello che noi oggi diremmo un quartiere.
Mezàn 2023, Cantina 837
Uve Solaris e Sauvignon Kretos
Vigneto a Forni di Sotto (UD) a 865 m/slm
Affinamento 6 mesi in barrique di rovere americano
Limpido e cristallino, il Mézan porta i colori del fieno maturo e i profumi d’estate. Il frutto maturo della mela, il miele, l’agrume… un bouquet decisamente ampio ed elegante.
In bocca si apre in sensazioni tattili di pienezza e freschezza esplodendo poi nel retronasale nella sua complessità. Penso ad una acidità rinfrescante che veste un corpo ben strutturato. Fanno capolino note balsamiche e aromatiche di timo e foglia di pomodoro insieme a sfumature di legni dolci affumicati.
La vena salina stuzzica la lingua e mantiene tensione al sorso.
Con il salire della temperatura si solidifica e arrotonda. Gli aromi piegano verso note empireumatiche di pane tostato, vaniglia, caramello… wow che bel vino.
Solaris e Sauvignon Kretos si tengono in equilibrio sul filo di una piacevolezza intensa.
All’arrivo si allargano i sorrisi e si resta a guardare…
Consigliato l’assaggio solo leggermente fresco con una burrata campana.
meżżano: che sta in mezzo, in molti casi sinonimo di medio (che ha del resto la stessa etimologia), cioè posto in mezzo, intermedio fra due limiti, tra due condizioni estreme. Il punto o la parte centrale, ugualmente distante dagli estremi.
Primo 2023, Roberto Baldovin
Uve Solaris
Vigneto a Forni di Sotto (UD) a 865 m/slm
Macerazione di 12 ore
Affinamento 7 mesi in barrique di rovere americano
All’occhio arriva con un colore giallino tenue e cristallino. Al naso è elegante, regala profumi floreali, fruttati di pera e di erbe officinali.
In bocca espone una spiccata vitalità, fatta di acidità e salinità che accompagnano in modo dinamico un sorso sempre fresco, pur avendo un volume alcolico del 13%. Le morbidezze alcoliche restano ai margini e ci si gode la bella texture aromatica che via via arriva al retronasale con sentori fruttati d’agrume e di nocciola.
E’ in definitiva un vino “vibrante”, una scossa di freschezza che parla di montagna, di roccia e acqua di ruscello. Bella beva.
Affina sette mesi in barrique di rovere americano, il minimo per smussare la lama che sarebbe nella sua natura.
Un amore di vino, intenso e puro, il Primo di Roberto Baldovin.
“Il profondo abisso dell’Amore consuma corpi, lascia detriti e scuote la mente fino all’inferno Dantesco. In mezzo al guado e col futuro da scrivere, mi lascio andare alla vita, annusandone ogni vagito di libertà. Traguardo i seni delle montagne e scorgo, in lontananza, un grappolo d’Amore cavalcare, indomito, il vento del mio domani,“.
F. Sulli
Artemis 2023, Roberto Baldovin
Uvagio di uve Piwi
Vigneto a Forni di Sotto (UD) a 865 m/slm
Macerazione di 16 ore
Affinamento 8 mesi e mezzo in barrique di rovere americano
Gli archetti si fanno stretti e lenti nella loro discesa, in questo bianco color del fieno, il cui ricordo si trova anche nei profumi, insieme a note di fiori d’acacia, mela, pesca gialla… Lo spettro contempla sentori terziari d’affinamento in legno con note di spezie dolci e miele.
All’assaggio è una gioia per il palato, acidità e struttura accompagnano un sorso vivo e salino. È nel retrogusto che esplode come un fuoco d’artificio regalando sfumature di cioccolato bianco e mentuccia insieme a sensazioni tattili cremose. Non finisce lì, la processione degli aromi vive nella lunga persistenza. Ti costringe a pensare sul come gustarlo al meglio, cioè con molta calma, cercando ad ogni sorso un possibile abbinamento per prolungarne il piacere.
Il volume alcolico del 13,5% è solo un “alert”, tutto è equilibrato.
Artemis ha la stoffa per conquistare i riconoscimenti più importanti, per quanto mi riguarda entra nella top ten dei migliori vini bianchi da vitigni resistenti.
“L’ultimo bacio, se ne andò via veloce, come il volo di una rondine tra i cavi tesi della luce, e quella notte non c’era luna, ti ho visto perfino sorriedere, cercando una buona scusa per andare, via.“.
C. Cremonini
In chiusura riporto un feedback generale dei fortunati avventori dell’enoteca che li hanno assaggiati. Tre su quattro vini sono piaciuti molto, in modo particolare Mezàn e Artemis. Solo sul Vicus qualcuno ha obiettato sulle note dolci…