Vizzon Dionisio

Il mio progetto nasce nel 2013, quando per la viticoltura italiana ha luogo un cambiamento rivoluzionario per volontà dell’allora Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali: l’iscrizione di alcune varietà resistenti nel Registro Nazionale delle varietà di vite. Di fatto, questa decisione ha permesso di piantare vigneti e produrre vino sul suolo italiano con le varietà resistenti.
Come altri viticoltori pionieri, io ho visto in questo Decreto l’imperdibile possibilità di produrre finalmente un vino nuovo, rispettoso della salute dell’uomo e dell’ambiente, naturalmente biologico… un sogno che da anni avevo nel cassetto, da quando 30 anni fa per la tesi di laurea contribuii ad uno studio sperimentale sulla fisiologia delle varietà di Vitis resistenti.
Chi è pioniere in qualcosa deve imparare da solo e così, con profonda passione, nel 2015 ho piantato un mio vigneto sperimentale con solamente 50 piante per ogni nuova varietà resistente, su diversi portinnesti, per capire come si adattassero ai miei terreni ed al mio clima.
I primi grappoli li ho raccolti nel 2016 e li ho utilizzati per produrre micro quantità di vino nella piccola cantina di casa, lavoro che ho ripetuto poi per tutti gli anni successivi. Sulla base delle esperienze di micro-vinificazione, ho selezionato le varietà che qualitativamente mi sembravano adatte a produrre un ottimo vino rosso nel mio territorio ed ho quindi cominciato ad impiantarle su una superficie maggiore.
Il territorio è quello della Venezia Orientale, dove si sovrappongono le denominazioni DOC Prosecco, DOC Venezia, DOC Lison-Pramaggiore e DOCG Lison. Più precisamente il vigneto si trova tra l’agro di Portogruaro e quello di Concordia Sagittaria, città fondata dai Romani attorno al 42 a.C. In queste lande la coltivazione intensiva della vite risale alla centuriazione operata dai Romani che, assieme ai Paleoveneti, dissodarono e bonificarono i terreni per dedicarli alla coltivazione del frumento e della vite. Le testimonianze più antiche sono più archeologiche che letterarie come appare chiaramente dai numerosi reperti attenenti alla vitienologia conservati presso il Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro.
La produzione di vino in questi luoghi è stata mantenuta e sviluppata attraverso i secoli senza interruzione fino ai giorni nostri, a sottolineare la vocazione naturale dei terreni e del clima per tale coltura.
Il terreno è argilloso-limoso, alcalino, calcareo, ricco di sostanze minerali, mediamente profondo, inerbito.

Certificazioni: Biologico

I vini

Noghenè

Uve: Cabernet Cortis, Cabernet Eidos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Prior

Vino rosso

Nel 2022 nasce Noghenè una piccola e preziosa produzione.
Noghenè 2022 affinato in acciaio n° 1250 bottiglie prodotte: Alcol 14,3 % vol; Acidità totale 5,5 g/L; pH 3,5; Solforosa totale 30 mg/L
Noghenè 2022 affinato in barrique n° 1340 bottiglie prodotte: Alcol 14,4 % vol; Acidità totale 6 g/L; pH 3,5; Solforosa totale 52 mg/L

Articoli e note di degustazione a cura di Vinievitiresistenti:

Azienda Agricola Vizzon Dionisio – Via Arno 32, Portogruaro (VE), https://noghene.com

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