SPECIALE: Perchè coltivare PIWI

80 testimonianze dirette

Chi segue vinievitiresistenti(.it) ricorderà che l’anno scorso ho realizzato un piccolo censimento sui PIWI in Italia. Tra le domande poste ai viticoltori ce n’era una facoltativa: “mi diresti perché hai scelto i Piwi? ”. Ne ho ricevuto in risposta un lungo elenco di motivazioni, spesso simili ma con sfumature diverse che raccontano di territori ed esigenze differenti. La cosa che le accomuna è probabilmente la volontà di ognuno a sperimentare.

I PIWI vengono spesso definiti i vini del Futuro ma come testimoniato di seguito sono già ampiamente i vini del PRESENTE.


Coltivo dal 2000 viti resistenti, perché mi permette di non dover trattare le viti, di non dover utilizzare trattore e macchinari e quindi salvaguardare l’ambiente e poter utilizzare altre parti della vite stessa – cioè le foglie di vite per fare il “Paté delle foglie di vite” e il caviale d’uva con i boccioli di fiori d’uva – delle raritá uniche.  Inoltre utilizzo piú di 30 erbe spontanee commestibili che crescono nel vigneto stesso.

Othmar Sanin, Bio.Weingut Sanin – Alto Adige


Perchè si risparmiano i trattamenti fitosanitari e in più è più facile fare il biologico. Inoltre i vini sono molto aromatici.

Boutique Winery – Alto Adige


Scelgo PiWi perché sono una possibilità concreta in più per un’agricoltura più sostenibile possibile.

Dornach – Alto Adige


Per sperimentare sul tema dell’mpatto ambientale in viticoltura ed avere comunque un vino di una certa importanza/qualitá, e per facilitare la gestione dei vigneti piu distanti dal nucleo dell’azienda.

Kiemberger – Alto Adige


Abbiamo scelto il Solaris perché a quell’altezza cresce e matura benissimo ed inoltre tra mucche, capre e cavalli volevamo evitare di dover trattare i vitigni… infatti ormai hanno dieci anni e non abbiamo avuto mai problemi sia di oidio che di peronospera.

Kollerhof – Alto Adige


La cantina Laimburg fa parte del Centro Sperimentale Laimburg e quindi é il nostro compito di prestare attenzione alle varietà PIWI. Queste varietà hanno bisogno di molto meno trattamenti fitosanitari e si adattano molto bene alla produzione biologica.

Cantina Laimburg – Alto Adige


Perchè secondo me sono il metodo migliore per rendere la viticoltura più sostenibile.

Pomarolli Walter e Florian – Alto Adige


Perché è possibile fare un vino buono e pulito con meno trattamenti in una zona ripida, adatta per la viticoltura.

Reyter – Alto Adige


Abbiamo scelto il PIWI perché crediamo che sia l’unico modo per fare agricoltura biologica e perché vediamo un grande potenziale nelle varietà PIWI.

Santerhof – Alto Adige


Facciamo la produzione biologica dal 1991 (Bioland), mele ed uva, ed è conseguenza logica per noi di scegliere viti resistenti. È piú conveniente, molto meno trattamenti, è meglio per il suolo e per gli insetti ed abbiamo un pascolo per le nostre pecore.

Sonnleitenhof – Alto Adige


L’idea di iniziare a piantare Piwi é nata nel 2009 quando abbiamo costruito la nostra nuova azienda/cantina St. Quirinus. Già prima abbiamo convertito in agricoltura biologica e da lì era anche logico poter ridurre i trattamenti con prodotti fitosanitari. Un nostro amico é vivaista e dedicato soprattutto ai Piwi, anche lui ci ha spinto un po’ e aiutato molto nelle scelte. Poi visto che stavamo per costruire un azienda con agriturismo (appartamenti da affittare), sapendo di avere ospiti in casa non volevamo passare ogni settimana con l’atomizzatore davanti a casa.

St. Quirinus – Alto Adige


Ho deciso di piantare PIWI per risparmiare trattamenti, per motivo BIO e per risparmiare lavoro.

Strickerhof – Alto Adige


Ho iniziato 2007 con il primo vigneto e volevo qualcosa che non hanno tutti.

Tenuta Geier – Alto Adige


Per la nostra convinzione che la natura significa qualità nella sua forma più sublime, più di trent’anni fa, abbiamo convertito la nostra azienda in biologico. Già all’epoca abbiamo però capito che le varietà classiche hanno dei grandi limiti. Per questo siamo partiti con i PIWI. Tuttora siamo della convinzione che i PIWI danno tante risposte a questioni ambientali di oggi e danno vita a uva di altissima qualità per vini di prima classe.

Thomas Niedrmayr – Alto Adige


Abbiamo scelto Piwi perché crediamo che siano il futuro per una viticoltura sostenibile.

Az. Agr. Bondaion – Trentino


Crediamo fortemente in tutto ciò che permette di coltivare in modo rispettoso ed il meno impattante verso la natura, a partire dalla scelta delle cultivar.

Bosc del Meneghì – Trentino


Abbiamo scelto di coltivare uva PIWI poichè ci siamo resi conto che i consumatori sono sempre più attenti a cosa portano sulle loro tavole. Coltivando varietà PIWI non cambiamo semplicemente i prodotti fitosanitari che andiamo ad utilizzare, come accade nell’agricoltura biologica o biodinamica, coltivando varietà PIWI andiamo ad eliminare praticamente l’utilizzo di molecole chimiche nel vigneto passando dai 15-20 trattamenti necessari (e permessi) in agricoltura biologica ai 1-2 trattamenti che sono necessari per concludere la stagione su una varietà PIWI.Questa riduzione del numero di interventi non solo garantisce maggior sicurezza e salubrità dal punto di vista ambientale e dei residui, garantisce anche una minor emissione di CO2 nell’aria e un miglior rispetto del suolo dovuto alla minore compattazione. Considerando l’altitudine alla quale si trova la nostra azienda (1000 m.slm.) cercavamo una varietà molto precoce per garantire la corretta maturazione dell’uva e per questo la nostra scelta è ricaduta sulla varietà Solaris che grazie ai suoi parentali americani e asiatici si è rivelata molto resistente non solo a peronospora oidio e alle altre malattie fungine secondarie ma anche a freddo e siccità.

Calliari Maria Rita – Trentino


Tali vitigni sono stati piantumati su superfici molto ridotte, dopo attenta valutazione delle caratteristiche distintive delle diverse varietà PIWI attualmente autorizzate in Provincia di Trento, sia per valutarne le caratteristiche e potenzialità viticole/enologiche, ma anche, in determinate situazioni, per “sfruttare” la loro naturale tolleranza alle principali malattie fungine della vite in prossimità di luoghi sensibili (possibilità di ridurre il numero di trattamenti fitosanitari).

Cantina Aldeno – Trentino


Piantiamo piwi perche il futuro della viticoltura é in queste varietà. Ostinarsi ad avvelenare i terreni per produrre vini da 0.7€ al litro non ha senso. 

Cantina Martinelli – Trentino


Ho scelto di coltivare varietà PIWI ancora nel 2008, tra i primi in Trentino, quando eravamo ancora abusivi essendo non ancora registrate (prendendo anche una multa) e in quegli anni lì non era di moda come lo è adesso, visto l’aumento pazzesco di cantine che producono vini da uve resistenti, ma perché ci abbiamo visto lungo, abbiamo messo in concreto la parola sostenibilità a 360° prima di tanti altri, infatti io è dal 2008 che nei miei vigneti resistenti non uso ne rame ne zolfo quindi sono a impatto zero! Sono convinto che è il futuro della viticoltura per contribuire a salvaguardare il nostro pianeta e in questo modo le generazioni future si troveranno un ambiente più salubre e meno inquinato dalla chimica! Un vero vignaiolo attento a tutto questo ormai non può più permettersi di non coltivare PIWI, le capacità ci sono e negli ultimi anni è cresciuta notevolmente la qualità dei vini da uve resistenti ….è ora e tempo di abbandonare il continuo legame con le multinazionali che per interesse ci portano alla fine della nostra esistenza!

El Zeremia – Trentino


Abbiamo scelto la varietà PIWI Souvignier Gris che riteniamo molto interessante soprattutto per delle bollicine. Inoltre l’appezzamento è contiguo ad un centro abitato e volevamo limitare i trattamenti biologici.

Maso Bergamini – Trentino


Facciamo viticoltura in un contesto totalmente montano, dove la produzione di uva da vino era impensabile fino a qualche anno fa. Dove sorge il nostro vigneto a Pelugo non ci sono confinanti con altre produzioni intensive, ma solo prati e boschi. La nostra azienda, da subito voleva essere totalmente biologica, e rispettare il più possibile l’ambiente in cui viviamo e coltiviamo i nostri campi. Ecco perché la scelta ha voluto essere quella di coltivare solo varietà Piwi, in più la loro resistenza alle malattie e anche alle basse temperature ci aiuta nella coltivazione in un clima estremamente montano come il nostro. 

Maso Loera – Trentino


La ricerca di una sempre maggior sostenibilità.

Pisoni – Trentino


Perché sono varietà che riescono a valorizzare i territori in cui sono piantate, e inoltre come aggiunta positiva sono più sostenibili. Rispecchiano quindi i nostri valori.

Sartori Organic Farm – Trentino


Come raccontato sul nostro sito ci è piaciuta molto l’idea di poter coltivare una vite innovativa e resistente che richiedesse un ricorso ai trattamenti del tutto limitato e sporadico e che fosse pertanto in linea con la nostra passione per la natura e con le nostre scelte sostenibili.

Az. Agr. Sbop Stefano – Trentino


Sono tecnico ricercatore selezionatore nuove varietà resistenti in Fem…

Villa Persani – Trentino


Perché credo fortemente che alcune varietà PIWI (non tutte) abbiano lo stesso potenziale qualitativo delle migliori varietà “classiche” pur avendo caratteristiche organolettiche identitarie e diverse. Se ci aggiungiamo che ad oggi sono l’unica risposta concreta alla sostenibilità direi che lavorare con i vitigni resistenti non è una scelta ma l’unica strada percorribile (oggi)…

Nicola Biasi – Vin de La Neu di Nicola Biasi


Offrire un prodotto nuovo e un contenuto diverso all’interno della nostra gamma classica, trasmettere messaggio di attenzione alla sostenibilità, allinearsi alla sensibilità dei nostri soci nei confronti di queste varietà, ecc. 

Cantina Vivallis – Trentino


Crediamo nel futuro… e riteniamo vitale contribuire nel cercare di far si che ci sarà, un futuro!

Ca’ da Roman – Veneto


Abbiamo una piccola parte dei terreni in pianura e vicino a bosco e laghetto, quindi abbiamo piantato Bronner a causa dell’elevata umidità in questa zona.

Calalta – Veneto


Abbiamo scelto varietà PIWI per avere la possibilità di gestire il vigneto in maniera più naturale possibile.

Cervo Renato – Veneto


Crediamo che le varietà Piwi siano una buona opportunità per i luoghi montani, più difficili per la viticoltura e possono avere un aspetto di sostenibilità molto rilevante.

De Bacco – Veneto


Se è possibile coltivare varietà che necessitano di meno trattamenti questo significa che ne gioverà la mia salute, l’ambiente in cui vivo e il consumatore che beve il vino perché ciò che non uso non lo trovo nel bicchiere.

Da Pieri – Veneto


Noi abbiamo scelto i vitigni PIWI essendo già certificati BIO dal 2004, e siamo convinti che questa tipologia di vitigni aiuti a migliorare la biodiversità, con l’obiettivo di creare un nuovo rapporto tra vino e consumatore.

Fattoria da Olivo – Veneto


Per il valore e il rispetto per la natura e per una coltivazione sostenibile senza chimica.

Florem Vitis – Veneto


La scelta di coltivare Piwi è nata dall’insofferenza verso la coltivazione di varietà non adatte al territorio e non autoctone, con conseguente maggior necessità di interventi e quindi di chimica. Non ponendo limiti “morali” all’utilizzo di una varietà piuttosto che un’altra, ho pensato di provare a cercare tra questa famiglia di viti una varietà adatta a vivere in questo territorio, con l’obbiettivo di fare vini dal grande valore qualitativo e territoriale in maniera veramente sostenibile. 

Gentili – Veneto


Il più importante è il basso impatto ambientale riguardo i trattamenti… poi perchè le novità mi entusiasmano e i vini che ho assaggiato in questi anni li ho trovati molto interessanti… mi piacciono.

La Baratta – Veneto


Per noi i Vitigni Piwi sono il futuro del mondo biologico, infatti sono resistenti alle malattie fungine più classiche e permettono l’utilizzo di meno fungicidi costanti, proteggendo la natura da questa contaminazione e, al contempo, producendo vini di altissima qualità. Ma pochi sanno che l’aspetto veramente sostenibile dei vitigni Piwi sono tutti i contributi indiretti che sostengono l’agricoltura, quali l’emissione ridotta di anidride carbonica e il dispendio minore di acqua, energia e carburante sia nella produzione di pesticidi sia nell’applicazione di questi in vigna. Non ci resta che citare le parole della Piwi International nel dire che “La viticoltura senza sostanze chimiche e senza inquinamento del suolo non è un sogno. Ma la realtà PIWI!” ed è il nostro obiettivo quello di ridare alla nostra terra il rispetto, la naturalità e la biodiversità che si merita e di cui ha bisogno. 

La Cantina Pizzolato – Veneto


Il Piwi l’abbiamo scelto perché crediamo fortemente nella sostenibilità e crediamo che sia forse una concreta strategia per il futuro.

Le Carezze – Veneto


L’azienda Le Carline, si occupa di viticoltura biologica sin dall’inizio della sua avventura nel mondo del vino, che risale a oltre 30 anni, e questa filosofia produttiva, e di vita, ha fatto sì che da sempre Le Carline è sinonimo di vini certificati biologici, vegani e senza solfiti aggiunti. È proprio per questo motivo che Le Carline ha aderito con entusiasmo al progetto della Regione Veneto, messo in pratica dall’Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario, che si prefigge di studiare il comportamento agronomico ed enologico nel territorio veneto dei più recenti vitigni resistenti.  Ora è arrivato il momento di fare un ulteriore passo in avanti nel campo della sperimentazione e della ricerca, un passo in avanti che ci porterà oltre il Biologico con la linea Resiliens. Questo nome racchiude in sé un significato molto profondo e la natura stessa di questi vini che hanno fatto della resilienza il proprio carattere distintivo: nascono infatti da uve capaci di resistere alle avversità, ottenute dopo diversi incroci tra vitigni del Nord Europa, che hanno dimostrato le migliori caratteristiche di resistenza alle malattie fungine e tra vitigni antichi presenti da sempre nel nostro territorio, che permettono di mantenere le caratteristiche tipiche e varietali autoctone. Grazie alle varietà resistenti abbiamo creato vigneti che oltre all’alto livello qualitativo, consentono anche un’elevata sostenibilità ambientale, tema da sempre al centro della nostra missione aziendale.

Le Carline – Veneto


Abbiamo deciso principalmente di coltivare Solaris per creare una cintura sostenibile che delimitasse la nostra produzione integrata da una zona residenziale. Inoltre c’era molta curiosità sul prodotto e quindi abbiamo voluto testare l’effettiva resistenza delle barbatelle.

Le Vignole – Veneto


Per provare a spumantizzare con metodo classico un vitigno che deriva dal pinot nero. Fare metodo classico con pinot nero qui da noi, quando ci sono aree molto più vocate che lo fanno, non aveva senso. Inoltre all’epoca della scelta ero ancora in regime biologico, quindi sicuramente i resistenti aiutavano.

Martignago Vignaioli – Veneto


Sperimentare un nuovo mercato che abbia il massimo rispetto dell’ambiente.

Montelliana – Veneto


Perché mi han detto che non servivano trattamenti.

Mussino Federico – Veneto


In un territorio come il bellunese, nuovo dal punto di vista viticolo (inteso come viticoltura moderna), era la scelta giusta sia per creare un nuovo movimento di viticoltori sia per mantenere il territorio quanto più possibile salubre e sostenibile.

Poggio Pagnan – Veneto


Per valutare la resistenza del vigneto e per valutare la tutela del territorio.

Roeno – Veneto


Conosco le varietà PIWI già da molto tempo tuttavia ho iniziato a coltivarle solamente nel 2020, l’ho fatto perchè avevo iniziato la conversione in biologico della mia azienda e credevo che non ci fosse nulla di meglio che fare biologico utilizzando delle varietà che sono già loro stesse resistenti alle malattie. Ad oggi (pur non essendo più in biologico, scelta che ho dovuto fare per alcune serie di motivazioni) credo ancora in queste varietà che sono davvero valide sotto tutti i punti di vista, sia a livello di resistenza delle malattie (l’anno scorso ho fatto 4 trattamenti fitosanitari, di cui 3 obbligatori per legge, paragonati ai 15 che ho fatto nelle altre varietà) che a livello enologico e credo che questi vitigni vadano ben oltre la certificazione biologica che un’azienda possa ottenere. A malincuore tuttavia mi sono accorto che ad oggi queste varietà non vengono ancora apprezzate del tutto forse anche perché molte persone non le conoscono nemmeno.

San Tiziano – Veneto


La nostra scelta di un vitigno Piwi è stata dettata dalla ricerca di avere un prodotto che necessita di pochi trattamenti. Obiettivo primario nostro coltivare la terra con miglior equilibrio.

Sorgon Nicola – Veneto


Ho scelto i vitigni Piwi per cercare di ottenere un prodotto di nicchia e qualitativamente rilevante con il minor impatto ambientale possibile, valorizzando e rispettando il territorio montano in cui sono situati i miei vigneti.

Corte Spiazzi – Veneto


Perché pensiamo che siano il futuro della sostenibilità in vigneto. Abbiamo deciso di investire in queste varietà perché crediamo che siano la giusta alternativa all’impiego massivo di insetticidi e pesticidi in vigneto.

Tenuta Maule – Veneto


Partiti dall’aver sperimentato viticoltura convenzionale avendo messo a dimora Pinot nero, ci siamo accorti che il gioco non valeva la candela in quanto vitigno che necessita di molte cure e molti trattamenti per potere raccogliere prodotto, realtà che si è scontrata con le nostre attività principali. Venuti a conoscenza della realtà Piwi anche attraverso una collaborazione con Veneto Agricoltura abbiamo deciso di sovrainnestare il pinot nero (chi l’aveva piantato) e di mettere a dimora ex novo viti resistenti scegliendo la tipologia prodotta a Friburgo. La collaborazione con l’enologo Emanuele Serafin ci ha convinti della qualità di queste super viti che, se da un lato preservano un territorio vergine da trattamenti come quello alpagoto, dall’altra, sono in grado di offrire vini che non hanno nulla da invidiare, anzi, a quelli convenzionalmente conosciuti. Nasce in questo contesto il “Progetto Viti Resistenti Alpago”, del quale i soci della Società agricola semplice Terre Alte d’Alpago sono i promotori e fondatori.

Terre Alte d’Alpago  – Veneto


I vitigni PIWI arrivano a Cerealto da una visione di mio padre di voler fare un progetto che miri a coniugare l’innovazione, la sostenibilità e la qualità. Ricordo ancora i primi filari di prove che aveva piantato con un suo amico d’infanzia più di 10 anni fa, Terre di Cerealto nacque solo dopo queste prove, al tempo nessuno sapeva mezza parola riguardo i PIWI, erano ancora nel buio più totale e mio padre, ovviamente, venne preso come un pazzo nell’investire su un progetto del genere. Oggi spero si possa parlare diversamente di quel che sono i PIWI ma all’inizio si sa, non è mai facile.

Terre di Cerealto – Veneto


Abbiamo scelto di piantare alcune varietà PIWI perchè ne eravamo incuriositi sia per la questione della resistenza alle malattie fungine sia per il vino che poi ne avremmo ottenuto.

Terre Grosse – Veneto


Per una scelta ecologica e controcorrente. Desideravo verificare se si può ottenere un buon vino senza inquinare l’ambiente circostante. La mia piccola azienda è circondata quasi esclusivamente da vigneti di Glera per il Prosecco, che richiedono costanti trattamenti chimici.

Tocco – Veneto


Scelta fatta per esplorare nuovi vitigni adatti alla montagna, avendo già esperienza con il Riesling Renano l’ho accolta come una naturale evoluzione. Anche se avessero richiesto trattamenti li avrei piantati lo stesso, sono convinto soprattutto della qualità aggiunta di queste uve rapportata al mio territorio.

Agricola Vallecamonica – Lombardia


La scelta di Piwi a Edolo, per me è stata una scelta obbligata per valorizzare e mantenere il territorio invariato con un agricoltura sostenibile.

Cooperati Alpi dell’Adamello – Lombardia


Provengo da una zona molto estrema per altitudine e clima (Alpi centrali, vigneti a circa 700-800 m. s.l.m), storicamente l’ultima area di insediamento della vite in Valtellina con produzione enologica. La tradizione vitivinicola si può dire essere scomparsa. L’introduzione di vitigni a ciclo vegetativo così breve come il Solaris permette di ottenere vini di livello qualitativo elevato anche in zone “estreme”.  La tolleranza a certi patogeni poi consente di essere meno impattanti dal punto di vista ambientale andando a ridurre l’impiego di principi attivi. Non escludo di adottare una certificazione biologica nei prossimi anni.

Da Prada Marco – Lombardia


Ho scelto Piwi perché si possono ottenere dei vini di elevata qualità, con il grande vantaggio di farlo in modo veramente biologico. Questo non significa che sia semplice. Bisogna trovare il vitigno idoneo per la propria zona di produzione e saperlo vinificare in modo adeguato.

Dellafiore Achille – Lombardia


Siamo stati affascinati dalla sostenibilità di una coltura che permette di azzerare i trattamenti sulle parcelle coltivate a PIWI.

Lazzari – Lombardia


Per approfondire le proprietà enologiche del vitigno Bronner ed eliminare l’utilizzo di rame in vigna.

Le Driadi – Lombardia


Credo che sia l’unica possibilità per fare vini di qualità senza impattare sull’ambiente.

Nove Lune – Lombardia


Perché sono attento alla protezione dell’ambiente (anche per motivi professionali). Già in passato ho applicato per alcuni anni il metodo biodinamico. Anche adesso pratico il sovescio. Inoltre c’è ovviamente meno lavoro e costi per i trattamenti.

Orsini Giuseppe – Lombardia


Massima sostenibilità ambientale, tutela della salute del consumatore e di chi lavora in vigna. Uve più sane e mature, quindi maggior qualità. Desiderio di sperimentare nuove varietà per individuarne di particolarmente adatte al nostro ambiente. Individuare biotipi più resistenti a fitoplasmi e malattie del legno (oltre che ai funghi) per aumentare la durata del vigneto, aumentandone durata di ammortamento e qualità.

Pietramatta – Lombardia


Le prime sperimentazioni sono state fatte perchè avevamo un terreno particolarmente adatto alla varietà Solaris. Oggi stiamo implementando l’utilizzo dei PIWI perchè consentono una viticoltura più rispettosa dell’ambiente.

Rocche dei Vignali – Lombardia


L’opportunità di produrre uva da vino nel rispetto dell’ambiente circostante, degli equilibri naturali presenti nel vigneto e di produrre un vino più “naturale” possibile sono stati gli obiettivi che mi hanno fatto percorrere la strada dei vitigni resistenti.

Ronco della Cava – Lombardia


Il nostro enologo ha sempre creduto in una viticoltura sostenibile e ha sempre creduto nei PIWI.

Tenuta Castello di Grumello – Lombardia


Sostenibilità.

Torrerossa – Lombardia


Perchè si sposano perfettamente con la nostra voglia di produrre vini buoni impattando meno possibile in maniera negativa sull’ambiente che ci circonda.

Albafiorita – Friuli Venezia Giulia


Le varietà da noi coltivate sono il frutto del lavoro fatto qui da noi dai ricercatori del nostro ateneo. Se non ci crediamo noi come azienda agraria, ma anche come ateneo chi dovrebbe crederci? In ogni caso è anche l’opportunità per vedere nella pratica  come gestire questa tipologia di vitigni, in primis partendo dalla coltivazione dei vigneti fino ad arrivare al prodotto finito.

Azienda agricola A. Servadei – Friuli Venezia Giulia


In generale per ridurre l’impatto ambientale del vigneto. In particolare per ottenere un vino biologico di qualità, riducendo il numero di trattamenti, sia per motivazioni ambientali sia per motivi economici (risparmio di tempo e carburante).

Azienda Agricola Brignoli – Friuli Venezia Giulia


I PIWI mi permettono di andare oltre l’agricoltura biologica.

Azienda Agricola Lot – Friuli Venezia Giulia


Ho scelto Piwi per due motivi. Uno varietale in quanto il solaris è l’unica varietà che si presta alla coltivazione alle mie quote e poi per un discorso di salubrità del prodotto, visto l’esiguo numero annuo di trattamenti (2 al max).

Roberto Baldovin – Friuli Venezia Giulia


Oggi una sempre maggiore quota di consumatori considereranno il fattore ecologico come uno dei parametri principali per scegliere un vino, attribuendo al concetto di “rispetto per l’ambiente” un ruolo nella definizione del livello qualitativo del prodotto ed un’importanza simile al prezzo, alla varietà o all’origine. Da molti anni la nostra azienda è impegnata in pratiche concrete di sostenibilità ambientale: la recente introduzione di queste nuove varietà in azienda nasce dal desiderio migliorare il nostro modo di produrre vino, rispettando al massimo l’equilibrio naturale del vigneto. Le viti PiWi consentono una drastica riduzione nell’uso degli anticrittogamici e rappresentano una grande opportunità verso una viticoltura realmente amica dell’ambiente. Non va inoltre assolutamente dimenticato l’elevato livello qualitativo dei vini ottenibili da queste varietà che offrono al consumatore la possibilità di esplorare qualcosa di nuovo rispetto alle varietà tradizionali.

Conte d’Attimis –  Friuli Venezia Giulia


Perché crediamo in questi vigneti e nella loro potenzialità. L’azienda si sta muovendo sempre più, dove possibile, in una visione futuristica sostenibile.

I Feudi di Romans – Friuli Venezia Giulia


Negli ultimi anni l’azienda si è posta come obiettivo di perseguire i principi dettati dalla sostenibilità ambientale. Nel 2017 sono state impiantate due varietà, per diminuire in modo considerevole l’utilizzo di prodotti chimici e di sintesi, effettuando lavorazioni meccaniche e manuali. I vitigni Piwi fanno parte di un progetto di riqualificazione e di rivalorizzazione dell’azienda, il quale obiettivo a lungo termine è quello di produrre vini rispettosi del territorio d’origine e dell’ambiente naturale, salvaguardando tutti i microclimi all’interno dei vigneti, lavorando in campo con il minor impatto possibile per la tutela degli ecosistemi.

Obiz – Friuli Venezia Giulia


La viticoltura è ormai diversa da epoche anche recenti, il cambiamento climatico sta rivoluzionando i terroir e gli autoctoni. Abbiamo una viticoltura di replicanti tutti uguali con masse a dimora di pinot grigio, chardonnay, glera di centinaia di ettari, dove il prodotto è standardizzato e le differenze si possono fare solo in cantina. C’è poco da raccontare in queste situazioni. Un argomento da promuove in questo contesto sono gli ibridi resistenti che da una parte rendono accessibile a una viticoltura più sana e accessibile e dall’altra rappresentano una possibilità commerciale competitiva. In questo contesto fin dalle prime autorizzazioni abbiamo investito e portato avanti un progetto che vede della sperimentazione in campagna con stesse varietà in ambiti differenti e con vinificazioni separate per valutarne le potenzialità. Siamo convinti che ci saranno i vini delle aziende e non vini legati ai territori.

Terre di Ger – Friuli Venezia Giulia


I Piwi li piantano coloro che credono in un mondo migliore, quelli che preferiscono la sostanza alla forma, e coloro che sanno cosa significa la parola sostenibilità.

Trezero – Friuli Venezia Giulia


Abbiamo scelto le varietà Piwi perché volevamo proporre qualcosa di nuovo sul mercato, qualcosa che ci piaceva e in cui credevamo, un prodotto che potesse incuriosire il consumatore e colpire la sua sensibilità ambientale. Il Piwi ha tutte queste caratteristiche, perché propone nuovi profili degustativi e, in connessione al metodo biologico, garantisce la qualità e la forte sostenibilità ambientale difficilmente raggiungibile con le varietà tradizionali.

Venit – Friuli Venezia Giulia


La mi azienda è nata nel 1989, siamo in appennino romagnolo in un ambiente montano, fin da subito la scelta è stata, dal 1994 di coltivare con il metodo biologico, dal 2002 utilizziamo i preparati biodinamici. Ultimamente abbiamo limitato e praticamente escluso il rame nei trattamenti. L’unica strada percorribile anche in ambienti salubri come il nostro è arrivare allo zero trattamenti o limitarli in qualche annata. Per questo la strada maestra è l’utilizzo di vitigni resistenti. Da qualche anno ho iniziato a fare degli incroci con resistenti abbinandoli ai nostri vitigni autoctoni Albana, Pagadebit e Vernaccina. È un lavoro lungo e complesso, soppratutto per un privato, ma non escludo nei prossimi anni di poter progettare un vigneto veramente biodiverso non impiantando in vigna varietà commerciali ma tanti biotipi diversi derivati dall’incrocio. Non selezionare il migliore ma inserire tanta variabilità.

Vigne dei Boschi – Emilia Romagna


Ho scelto i PIWI perchè sono vini che offrono profili aromatici molto interessanti, inoltre sia io che il consumatore che li acquista siamo sensibili alle tematiche della sostenibilità e della salubrità nei vini.

Luca Gonzato, Lombardia Neo-enotecario PIWI


Grazie a tutti i produttori per le loro testimonianze. Se volete aggiungere la vostra scrivetemi!