Pievica e Mantica 2023, Dennis Borchia

Due nuovi vini da vitigni resistenti provenienti dal Veronese che alzano l’asticella della qualità.

Pievica 2023, Dennis Borchia

Prodotto con uve di Bronner e Johanniter raccolte e torchiate manualmente, 200 kg per volta.
Mosto messo in tonneaux da 350lt di rovere francese e ungherese e fatto fermentare con lieviti in parte selezionati e in parte indigeni.
Maturazione sulle proprie fecce fino all’assemblaggio per l’imbottigliamento.

Sono tante le tessere selezionate negli anni per comporre questo splendido mosaico aromatico. Non ultima la scelta stilistica che prende qualcosa dal meglio dei bianchi di Borgogna.
Pievica si mostra nel suo disegno complessivo come un’opera d’arte enologica.
Lo sfondo mostra il territorio Veronese con le sue caratteristiche.
Corpo ed eleganza accompagnano l’espressione potente del Bronner e quella distinta dello Johanniter.
I profumi sono calibrati, senza eccedere e senza sovrastare gli uni sugli altri, dal fruttato di mela e ananas alle note speziate dolci, alla frutta secca e al cioccolato bianco, per arrivare a quelle lievemente balsamiche.
È come seta sul palato, ti avvolge in sensazioni piacevoli e ricordi aromatici.
Non è il vino bianco da bere freddo a gran sorsate all’aperitivo, quanto il vino importante da mettere in tavola come accompagnamento a preparazioni elaborate, magari tendenti all’amarognolo.

Pievica ha una struttura sferica, si espande su sensazioni burrose ed avvolgenti, accompagnate da una fresca e precisa acidità.
Alla fine fai un gran respiro e ti rilassi in pace, lasciandoti cullare dai suoi aromi che ti aleggiano a lungo nel palato.
Ottimo vino che conquisterà anche i degustatori più esperti e i riconoscimenti più importanti. Se il futuro della viticoltura è PIWI questo Pievica può tranquillamente farsi bandiera!

2024

Mantica 2023, Dennis Borchia

Mantica è il fratello minore del Pievica, stessa eleganza ma con un carattere più vivace, un corpo più snello e variazioni aromatiche che ne definiscono l’identità. Qui c’è anche del Souvignier Gris, oltre a Johanniter e Bronner. Solo una parte fermenta in tonneaux mentre l’altra in acciaio.

Gli aromi hanno aggiunto qualcosa che mi ricorda il mandarino e la nespola, con sensazioni tattili più minerali e saline. Arriva comunque quella sfumatura piacevole, morbida, tra il burroso e il cioccolato bianco.
È la trama di fondo a renderlo complesso e preciso nell’insieme.
In più ha l’aggravante di suscitare una beva compulsiva, facilitata dal Vol. del 12,5% (1% in meno rispetto al Pievica).

Quello che rimane dopo aver deglutito è tanta piacevolezza, definita dall’armonia delle componenti strutturali che sembrano essersi suddivise lo spazio in: 33% morbidezze, 33% durezze, 33% aromi.
Mantica è l’Arte della divinazione, nel mondo antico, “….consideravano il futuro come prevedibile in certa misura” (cit. Treccani).

Anna e Dennis Borchia

Ho assaggiato i vini in momenti diversi, il Pievica anche a 3 giorni dalla stappatura, ritrovandolo perfetto.
Entrambi dimostrano quanto un terroir vocato, le varietà PIWI e una mano esperta possano esprimersi ai massimi livelli.
A produrli è Dennis Borchia, con la collaborazione della moglie Anna e dei loro genitori. La cantina ha sede a Bussolengo nel Veronese.
Dennis è enologo, lui non lo dice per modestia ma è enologo anche per una famosissima cantina della Valpolicella (a mio parere la più quotata). È solo un dettaglio, ma fa capire che Dennis ha scelto di percorrere una strada meno facile e praticare una viticoltura più sostenibile, consapevole di poter raggiungere quella qualità a cui ambisce.

Non vedo l’ora di scoprire quello che potrebbe essere il loro rosso, non sarà come il famoso Amarone di… ma sarà comunque qualcosa di grande. Bravi!