I nobili parenti nelle varietà resistenti

Citare i nobili parenti quando si parla di Piwi è quasi un tabù. Una forma di ossequioso rispetto ed una presa di distanza identitaria.
Nelle immagini presentate si possono vedere in modo complessivo i protagonisti degli incroci e come alcune varietà abbiano in comune uno stesso genitore o entrambi.

Nel lungo processo di selezione (circa 15 anni per ognuna), le nuove varietà hanno acquisito specifici geni di tolleranza/resistenza alle malattie fungine e agli stress abiotici. Anche sotto il profilo aromatico hanno assunto caratteristiche diverse.
Il lavoro di incrocio di ultima generazione è mirato alla creazione di varietà resistenti ‘tipiche’ di una determinata zona. Una scelta che gradualmente consentirà di inserirle nell’uvaggio di alcune denominazioni o le porterà ad esprimersi in purezza.
Anche in Francia stanno lavorando in questa direzione.

Tra le varietà più recenti e già in commercio, con un chiaro legame territoriale, troviamo ad esempio quelle trentine: Nermantis, Termantis e Valnosia derivate da Teroldego e Nosiola. In Friuli Venezia Giulia quelle derivate dal Friulano (ex Tocai) come Soreli e Fleurtai. In futuro arriveranno le Glera (Prosecco) attualmente in sperimentazione e via via i discendenti delle migliori varietà regionali d’Italia.

Nella degustazione dei Piwi si possono talvolta riconoscere degli aromi caratteristici che ci ricordano qualche antenato. Nel Cabernet Cortis si ritrovano spesso i frutti neri e la balsamicità, così come i frutti rossi carnosi nel Merlot Khorus, sentori tipici dei nobili vitigni d’origine francese. Tra i bianchi si possono riconoscere le note floreali del Friulano nel Soreli o quelle fruttate tropicali nel Bronner che assumono poi sfumature di idrocarburi quando sono affinati a lungo. È impossibile non pensare al Riesling renano e al Pinot grigio degustando certi Bronner e Solaris…

Gioco Piwi per l’estate: Indovina il genitore!