Nuove tecniche di miglioramento genetico della vite. La proposta di legge.

Norme in materia di emissione deliberata nell’ambiente di organismi prodotti con tecniche di genome editing e cisgenesi, a fini sperimentali e scientifici.

È la PROPOSTA DI LEGGE SULLE TEA (Tecniche di evoluzione assistita), presentata il 2/12/2021 dai deputati Gallinella, Gagnarli, L’Abbate, Cadeddu e Cillis che consentirebbe la sperimentazione in campo di nuove varietà geneticamente migliorate.

Per chi non è avvezzo all’argomento questa proposta di Legge suscita delle paure ed evoca ricordi negativi legati agli OGM, organismi geneticamente modificati ottenuti dall’introduzione nel genoma di geni estranei (transgenesi). È normale mettere le mani avanti e magari dire no appena si sente nominare il genoma. Le innovazioni sono spesso osteggiate al loro arrivo. Anche i portainnesti, introdotti il secolo scorso per combattere la Fillossera e salvare le vigne, sono stati inizialmente rifiutati da molti viticoltori.

Le nuove tecniche di Genoma editing (mutagenesi sitodiretta) e Cisgenesi, si distinguono in modo sostanziale dagli OGM.
Il Genoma Editing permette di “tagliare/inattivare” quei geni suscettibili alle malattie, senza alterare il carattere della varietà e in modo estremamente preciso e veloce.
Da questo tipo di intervento si ottiene un clone resistente della stessa pianta, come può essere un clone di Sangiovese, Nebbiolo ecc, ma resistente. Con il nuovo clone si riduce drasticamente la necessità di trattamenti fitosanitari a beneficio della sostenibilità e si mantengono i migliori caratteri varietali.

Altra tecnica di miglioramento genetico è la Cisgenesi, in questa si trasferiscono quei geni di resistenza alle malattie provenienti da altri generi di Vitis sul genoma della vitis vinifera da migliorare.

La mutazione resistente non è una cosa ‘fuori dal mondo’, è avvenuta naturalmente nell’evoluzione di altre specie di vitis non vinifera originarie del nord America e dell’Asia. Specie che tutt’ora sono fonte di caratteri di resistenza nelle varietà Piwi (vitigni resistenti alle malattie fungine già utilizzati nei vini). I Piwi sono incroci e reincroci che però richiedono molti anni per arrivare ad una selezione finale che risponda a tutti i criteri necessari per fare vino di qualità.

Purtroppo le nostre varietà autoctone, comunque meticce e figlie di un’evoluzione di incroci con i primi ceppi di vite addomesticata provenienti dall’area Georgiana, hanno perso quelle resistenze tipiche delle varietà selvatiche americane o asiatiche.
L’industrializzazione e la motorizzazione delle navi, avvenuta a fine ‘800 ha consentito una navigazione più veloce e il trasporto di materiale genetico che è sopravvissuto alla traversata. Dall’America sono così arrivate in Europa la Fillossera, la Peronospora e l’Oidio che hanno trovato le nostre viti indifese.

Gli obiettivi della proposta fatta da Filippo Gallinella (M5S), presidente della commissione Agricoltura e primo firmatario, sono di:
“Fare dell’Italia un paese leader sulle TEA, le Tecniche di Evoluzione Assistita in agricoltura, per poter avere piante più sostenibili dal punto di vista ambientale, ridurre l’uso di fitofarmaci e aumentare le resistenze ai cambiamenti climatici, con oggettivi benefici per la produttività sempre preservando le peculiarità della biodiversità italiana”.

Personalmente penso che queste tecniche, regolamentate e controllate come previsto, potrebbero far fare un grande balzo in avanti alla viticoltura del futuro e siano necessarie nel contesto climatico in cui viviamo. Rimaniamo comunque nell’ambito scientifico e sperimentale, non della messa in commercio. Osteggiarle e contemporaneamente continuare a impestare le vigne di fitofarmaci non è certo una soluzione. Droni, sensori e altre tecnologie in vigna possono sicuramente aiutare, così come gli incroci Piwi di prossimo rilascio, ma è altresì importante dare seguito al grande lavoro dei ricercatori impegnati in questo settore.

I principali enti impegnati sono il Crea -VE di Conegliano, la FEM Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige TN e l’IGA Istituto di Genomica Applicata di Udine. Il progetto di ricerca e di editing genomico Biotech coordinato dal CREA e finanziato dal Ministero dell’Agricoltura con 6 milioni di euro terminerà ad agosto 2022.

Attualmente, come riportato nella proposta di Legge: Con la sentenza del 25 luglio 2018, la Corte di giustizia dell’UE (CGUE) ha equiparato le piante ottenute mediante le tecnologie di “genome editing” alle piante OGM, facendole dunque ricadere sotto la regolamentazione della Direttiva 2001/18/CE in assenza di una legislazione UE aggiornata. La sentenza del 2018, fortemente criticata per aver di fatto bloccato la ricerca nel campo del genome editing e le sue applicazioni in agricoltura, è stata peraltro smentita concettualmente dalla stessa Commissione europea nello studio dell’aprile 2021, con cui si è sollecitato il Parlamento europeo a ridefinire una normazione specifica per le nuove tecniche in questione, (NGT, nel caso delle piante coltivate denominate anche new breeding techniques, NBT, e in Italia tecnologie di evoluzione assistita, TEA), che producono piante migliorate non equiparabili agli OGM, come conclude la stessa Commissione.

Di seguito la proposta di Legge

Fonti e spunti di approfondimento

AskaNews
Proposta legge sulle tecniche evoluzione assistita in agricoltura

Vigne, vini & qualità. Edagricole
Guai a bloccare la storia evolutiva della vite

Vigne, vini & qualità. Edagricole
Nuove biotecnologie per vitigni più resistenti e sostenibili

L’Informatore Agrario
Miglioramento genetico: dai “no tutto” processo anche alle intenzioni.
Genetica: presentata la legge sulle Tea

nature italy
Riuscirà CRISPR a far cambiare sguardo sull’agricoltura?

Georgofili
Proposta legge sulle tecniche evoluzione assistita in agricoltura

MDPI
Back to the Origins: Background and Perspectives of Grapevine Domestication

Corriere della Sera
Il DNA racconta la storia dei nostri vini

CREA
Progetto Biotech