Masnada Ezzelina 2020, Ca’ Apollonio

I nomi dei vini incuriosiscono sempre, denotano la ricerca nella scelta e l’attinenza con il vino. Nel Masnada Ezzelina il legame è innanzitutto con il territorio, quello pedemontano veneto. Siamo nella zona di Bassano del Grappa, nel comune di Romano d’Ezzelino (VI), dove ha sede Ca’ Apollonio.

Gli Ezzelino sono stati una famiglia dalla lunga genealogia, arrivati dalla Germania tra il X e l’XI secolo. Ezzelino III da Romano è probabilmente quello più conosciuto, ricordato per le conquiste e la ferocia. Ben più tardi, nel 1967, sempre in Germania venne realizzato l’incrocio di varietà che prese il nome di Regent (reggente), come il celebre diamante che adornò la corona di re Luigi XV e la spada di Napoleone. Il vitigno Regent è stato il primo incrocio Piwi (resistente alle malattie fungine) registrato in Italia nel 2009. Questa è una delle due varietà ‘resistenti’ utilizzate in questo vino, l’altra è il Cabernet Eidos che all’opposto è una della iscrizioni più recenti al Registro delle varietà, fatta nel 2015 e dall’evidente parentela con il vitigno francese.

Tornando al terroir e nello specifico al suolo, la composizione è di tipo franco-argilloso con depositi alluvionali ricchi di minerali e nutrienti. Poco distante  scorre il fiume Brenta e alle spalle salgono le Prealpi Venete e il massiccio del Grappa. Queste informazioni dicono già qualcosa sul possibile vino che andrò a degustare. Se ci aggiungo la mano esperta dell’enologo Nicola Biasi allora ho quasi la certezza di non trovare brutte sorprese. Questo vino tra l’altro fa parte del progetto “Resistenti” che sotto il nome di Nicola Biasi raggruppa alcune tra le migliori realtà vitivinicole che utilizzano varietà Piwi. 

Un gruppo di persone, o una ‘masnada’ se volessimo usare un termine medievale, che crede nell’innovazione sostenibile. Gruppo di cui fanno parte anche Maria Pia e Massimo Vallotto, titolari di Ca’ Apollonio. Azienda votata al rispetto dell’ambiente con una produzione Biologica improntata esclusivamente sui Piwi, varietà che in assoluto richiedono il minor intervento in vigna.

Il vino Masnada Ezzelina è l’ultimo uscito da questa cantina, il primo rosso della collezione CāP. A priori, visto il terroir, le varietà ecc. potrebbe essere un vino che punta sulla finezza e l’eleganza, più che sul corpo e la potenza. Vediamo se è così.

Il colore: è fedelmente riportato nelle pennellate in etichetta, rosso scuro granato al centro e rubino sulla parete del calice. L’olfatto è intenso e fine, penso alla ciliegia, ai fiori di rosa rossa e alla lavanda, insieme a note di vaniglia ed erbe aromatiche.

All’assaggio è fresco, fragrante negli aromi fruttati retronasali. I tannini sono evoluti e sottili. I caratteri varietali si esprimono con compostezza e l’affinamento di un anno in barrique di rovere francese gli dona una bella trama e armonicità. L’acidità iniziale sfuma su sensazioni tattili vellutate e saline, lasciando infine un bel ricordo aromatico. L’apporto alcolico è del 13%Vol.

Si fa apprezzare facilmente e si distingue per pulizia ed eleganza. La barrique è l’elemento chiave in questo vino. Unisce e armonizza.

Questa Masnada, armata di arco, frecce e un gran cuore, centra il bersaglio della piacevolezza. Degustato sia leggermente fresco a 14°, che a circa 16-18°. Spinge maggiormente se fresco ma personalmente lo preferisco con un paio di gradi in più per far uscire le morbidezze e renderlo più consono alla stagione. 

Per assonanza temporale immagino questo rosso abbinato ad una cucina a tema medievale, con carne di maiale speziata, legumi e pane casereccio. Preparazioni semplici ma saporite. Potrebbe essere un’idea per organizzare una cena e ritrovarsi tra amici, magari senza mangiare con le mani o condividere i calici come si usava all’epoca (da qui l’usanza di pulirsi la bocca prima di bere). …ed ovviamente con Green pass alla mano. 

Azienda agricola Ca’ Apollonio, Via Roma 1, Romano d’Ezzelino (VI) – Sito web