Resi 2021, Kurtatsch

Cantina Kurtatsch, a Cortaccia sulla strada del Vino (BZ), è un’antica cooperativa fondata nel 1900 che ha saputo rinnovarsi puntando sulla sostenibilità e la qualità dei vini. Il cuore di Kurtatsch è alimentato da 190 piccole aziende a conduzione familiare che coltivano 190 ettari di vigneti.

Resi è un nuovo vino nel loro catalogo ed esce dalla matrice dei vitigni tradizionali. Il nome si riferisce a RESIstenza in quanto è ottenuto da un blend di uve resistenti (PIWI) all’80%: Bronner e Souvignier Gris. Il restante 20% è Müller Thurgau. I vigneti dei soci sono tra i 250 e i 900 m/slm su terreno sabbioso-ghiaioso ricco di dolomite. In vinificazione il Resi fermenta in acciaio e affina in grandi botti di rovere.

Gli occhi sono catturati da una bella luminosità e limpidezza nel calice. Il profumo che arriva in maniera più netta è quello floreale, penso al gelsomino, seguono direzioni fruttate che mi mandano verso la mela e gli agrumi, ed infine dei sentori vegetali con sfumature eteree, di incenso e pietra focaia. Sono tanti gli spunti olfattivi ed è comprensibile visto il trittico di varietà e il loro ricco patrimonio aromatico.

L’assaggio è egualmente interessante in quanto si ha una grande freschezza e salinità in ingresso, una evidente sensazione di struttura che si allarga nel palato lasciando tracce cremose. Nel retrogusto torna il floreale bianco con note di mela golden e speziate di pepe bianco.

Resi dà il suo meglio servito ben fresco, si valorizzano le fragranze e si tiene in secondo piano la parte alcolica del 13% di Vol. Il territorio altoatesino è nel suo dna e si esprime con caratteristiche note minerali e tanta finezza aromatica. Nel finale anche il tannino chiede parola e suggerisce qualcosa di succulento mentre la bocca si asciuga, in alternativa chiede un nuovo sorso rinfrescante. Come abbinamento per l’aperitivo consiglio degli uramaki di riso ripieni di pesce crudo.

Nel complesso il Resi è un ottimo vino, equilibrato, elegante e con una persistenza abbastanza lunga. Ci sono tanti elementi di piacevolezza, quello che più mi ha colpito è la percezione di massa/complessità che come in una trottola gira intorno ad un asse di freschezza che ne governa il movimento.