3 e 4 – 2019, Dornach

Un bianco e un rosso, 3 e 4 di Dornach. Due vini naturali da varietà resistenti (Piwi). Pochi fronzoli e tanta personalità. 

3 Dornach, 2019

Uvaggio di Solaris, Souvignier gris e Cabernet blanc. Tenue nella tonalità di giallo, è un “non filtrato” e quindi leggermente velato nella limpidezza. Profuma di sambuco e camomilla. Facendolo ruotare nel calice arrivano sentori di frutta esotica e una nota terziaria riconducibile alla pietra focaia. In bocca si esprime con dinamicità proponendo aromi di mela gialla matura, agrume di pompelmo e ananas, accompagnati da una piacevole sapidità.

È armonico ed equilibrato, l’acidità compensa bene il volume alcolico del 13,5%. Trasmette luce, luminosità e ricordi di primavera. Il finale fruttato è elegante, permane a lungo tra le guance. Ottimo vino che grazie al terroir di Salorno in Val d’Adige, fa esprimere il Solaris nel migliore dei modi. Ho tenuto questo vino aperto per tre giorni ed è sempre rimasto integro e vivo. Un vino che conserva con fierezza le sue radici “naturali” e che riesce a conquistare i palati più difficili. Perfetto per una serata speciale e una cena a base di crostacei.


4 Dornach, 2019

Rubino dai toni scuri, si annuncia con profumi fragranti di viola e prugna ed un richiamo vegetale che ricorda il peperone verde e il sedano. All’assaggio è succoso, vibrante e vinoso. L’uvaggio è di Regent, Prior e Merlot. Lo percepisco come un vino rustico, persino scontroso. Un vino maschio, di poche parole e muscoloso. Volume alcolico del 12%, tannini sottili e un buon grado di acidità.

Comunica in modo univoco il mondo contadino, non lascia spazi a “fighetterie”. Da mettere in tavola in modo energico facendogli fare rumore sul tavolo in legno e servito su bicchieri bassi. La tovaglia è quella rossa a quadretti ormai sbiadita dai tanti lavaggi, sei in trattoria e non c’è scelta nel menù, si mangia quel che c’è, zuppa di legumi e salsicce in umido con patate. E se non ti va bene puoi anche andartene. Occhio che il n.4 non ha molta pazienza. Scherzi a parti avrete capito che non è un vino vellutato e rotondo ma ben si adatta al pranzo quotidiano.

Questi due vini confermano la qualità produttiva di tenuta Dornach, la firma di Patrick Uccelli certifica una produzione di carattere, fatta senza contemplare compromessi commerciali, volta ad esprimere il territorio in tutta la sua naturalezza.

Tenuta Dornach, Via Dorna 12, Salorno (BZ) – sito