Mentelibera 2019, Calalta
Mentelibera riassume nel nome quello che deve essere l’approccio a questo vino. Mette insieme tre varietà, Bronner 58%, Incrocio Manzoni 31% e Riesling 11%. Il Bronner è una varietà resistente figlia di incroci che nel DNA si portano dietro legami con il Riesling e il Pinot grigio, mentre l’Incrocio Manzoni deriva da Riesling e Pinot Bianco. Nell’insieme c’è quindi una caratterizzazione determinata dal Riesling però mi aspetto tante sfumature nuove e sorprendenti.
Si presenta giallo dorato con riflessi verdognoli. Il profumo è pulito ed elegante. Riporta il floreale bianco, il fruttato tropicale e di pomacee. Si connota di aromi terziari, penso ai norisoprenoidi, alla polvere pirica. L’assaggio evidenzia corpo e calore (13% di Vol.), sensazioni morbide, burrose, sorrette da una acidità discreta e una rimarchevole sapidità.
L’Azienda agricola di Nicola Brunetti è collocata ai piedi del monte Grappa, circondata da un ambiente boschivo e coltivato che copre 16 ettari. I vigneti sono a circa 150 m/slm con esposizione sud-est, coltivati in regime biologico su terreni acidi e subacidi ricchi in pietre focaie.
È bella l’interazione delle varietà utilizzate, c’è equilibrio aromatico e una piacevole persistenza. Al palato risulta più fragrante e fresco rispetto all’olfatto. Di corpo e con un portamento elegante, veste una stoffa pregiata data da materie prime di qualità. In vinificazione fermenta con lieviti indigeni e affina in acciaio. Si discosta molto da quelle impressioni, spesso scomposte, di certi vini ‘naturali’. Quì si mostra una finezza che denota un pregevole lavoro in cantina.
Se si ha la mente libera, dai canoni tradizionali e di valutazione dei vini conosciuti, si apprezza ancor di più la diversità e lo stile di questa cantina. Poi c’è la prima regola di valutazione a farsi avanti, se è buono ne vuoi assaggiare ancora, ed è così.
A mio parere il Bronner, come le altre varietà resistenti, sono una risorsa enorme nell’apporto di caratteristiche aromatiche ‘nuove’, anche nella combinazione con altre uve tradizionali. Ben vengano queste interazioni che offrono al consumatore qualcosa che apre la mente e le papille gustative.
Malgrado la situazione geopolitica che preoccupa tutti ho trovato in questo vino un’apertura di sguardo e ritrovato il piacere di un buon bicchiere di vino. Mi ha liberato la mente da quelle nuvole scure che ci passano continuamente davanti agli occhi. Il cielo blu e il giallo del vino mi ricordano la bandiera dell’Ucraina, quel popolo pacifico che ho avuto modo di conoscere. A loro, alla pace e alla libertà dell’Ucraina dedico il mio brindisi.