Quali prospettive per i vitigni Piwi. Il progetto VITAVAL
Mercoledì 28 giugno 2023 si è svolto un interessante Convegno organizzato da Edagricole e presentato da Lorenzo Tosi sul tema dei PIWI e sul progetto VI.T.A.VA.L., ovvero Vitigni Tolleranti: Adattamento e Valorizzazione in Lombardia.
Mi sono segnato qualche appunto che vi riporto ma troverete in Vigne, Vini e Qualità di Edagricole un’ampio resoconto.
Il primo intervento è stato quello del Prof. Attilio Scienza il quale dopo una panoramica sulle origini e la diffusione dei PIWI ha rimarcato come il vino prodotto da varietà tolleranti abbia una composizione metabolica praticamente indistinguibile da quella dei tradizionali. Una definizione netta che sicuramente può aiutare la comunicazione di questi vini che non sempre vengono capiti quando li si descrive. Questo elemento li associa in modo inequivocabile nell’ambito qualitativo. Allo stesso tempo si può utilizzare un leva di marketing unica che è quella della Sostenibilità dei vitigni e del Basso impatto ambientale, potrebbe ad esempio essere dichiarato in etichetta come caratteristica distintiva.
Sul tema delle DO è emerso il parere favorevole di tutti alla loro entrata in piccole percentuali, permane però la necessità di un decreto che rimuova i paletti legislativi che ancora sussistono in ambito nazionale. Ricordo che l’UE ha già deliberato nel dicembre scorso l’autorizzazione al loro ingresso nelle DOP. Sempre rimanendo in ambito Europeo ci sono paesi come Germania, Austria, Ungheria, Rep. Ceca, Slovacchia, Ungheria e Francia dove i vitigni resistenti sono considerati vitis vinifera senza porre distinzioni. In Francia si stanno anche facendo ricerche per renderli totalmente resistenti nel tempo.
I numeri confermano l’ascesa dei PIWI e sono stati fatti investimenti importanti, in particolare da VCR, per avere uno o più vitigni resistenti per ogni Regione. In Fondazione Mach, come ci ricorda il Prof. Stefanini in collegamento durante il convegno, si sono posti l’obiettivo di arrivare a 5 fonti di resistenza sia per Oidio che per Peronospora e senza tralasciare la possibilità di contrastare altre malattie come ad esempio il blackrot (marciume nero) o la botrite, in un piano di breeding annuale di circa 90 combinazioni d’incrocio.
Passando poi alla specificità lombarda, il Prof. Lucio Brancadoro dell’Università di Milano ha evidenziato il ruolo importante dei portinnesti nell’utilizzo delle varietà PIWI, sia per quanto riguarda la riscontrata carenza di magnesio e potassio nelle varietà PIWI che per la maturità precoce di alcune varietà e la conseguente necessità di renderle più tardive.
Alessandro Sala della cantina Nove Lune ha portato la sua testimonianza da produttore e pioniere in Lombardia ed ha evidenziando la peculiarità della certificazione biologica degli associati lombardi di PIWI International auspicando l’estensione di questo modello.
Il progetto VITAVAL amplia quello che è stato lo studio VAL.SO.VI.CA. effettuato in Valtellina e Valcamonica con le varietà Souvignier Gris, Solaris, Bronner, Aromera, Johanniter e Muscaris. I risultati sono stati presentati dal Dott. Davide Modina ed esprimono un giudizio positivo nell’utilizzo delle varietà PIWI in questi territori. In particolare lo studio rileva le specificità territoriali che si traducono in caratteristiche generali dei vini a seconda della provenienza. Più freschi e con note floreali-vegetali quelli provenienti dalla Valcamonica e più rotondi e fruttati quelli dalla Valtellina. Inoltre altri valori si mostrano perfettamente nella norma se paragonati al vitigno testimone Manzoni.
VITAVAL è un progetto finanziato dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale con l’obiettivo di effettuare una valutazione agronomica ed enologica di alcuni vitigni PIWI negli areali montani e pedemontani della Lombardia. Lo scopo è quello di dare indicazioni utili ai viticoltori sulle pratiche più idonee da adottare (a partire dalla fase di impianto fino alla vinificazion) per valorizzare le varietà e diffonderle. Il progetto è iniziato nel 2023 ed ha durata biennale.
Le aree di studio coinvolgono 10 aziende partner lombarde e tre vigneti di confronto varietale in Valtellina, Valcamonica e Oltrepò Pavese. Le attività previste sono:
· Caratterizzazione pedoclimatica dei siti di studio
· Rilievo delle tempistiche della fenologia e del decorso della maturazione.
· Raccolta dei pricipali parametri vegeto-produttivi e qualitativi alla vendemmia.
· Prova di diversi protocolli di vinificazione individuati per esaltare le caratteristiche delle singole varietà.
Il progetto prevede lo studio di 16 vitigni.
A bacca bianca: Bronner, Fleurtai, Johanniter, Muscaris, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos, Solaris, Soreli, Souvignier Gris.
A bacca nera: Cabernet Eidos, cabernet Volos, Julius, Merlot Kanthus, Merlot Khorus, Prior.
Al termine del convegno c’è stato il bel momento conviviale della degustazione dove si sono potute assaggiare le diverse ed ottime interpretazioni delle varietà PIWI di:
Cooperativa Alpi dell’Adamello con il vino bianco Idol da Solaris
La Grazia con il bianco Zerovero da Solaris, Bronner, Johanniter, Souvignier Gris e Muscaris
Nove Lune con il Rukh da Bronner e Johanniter
Orsini Giuseppe con il Barbis da Solaris e Bronner
Pietramatta con l’Amber da Souvignier Gris
Rocche dei Vignali con il Ca’ de la luce da Solaris
Ronco della Cava con l’Orbis da Souvignier Gris e l’unico rosso Pătiŏr da uve Prior
Eventi come questo sono essenziali nell’opera di comunicazione e diffusione delle varietà PIWI. Particolarmente in questo periodo dove da più parti arrivano segnalazioni di un’importante pressione delle malattie fungine. I PIWI non escludono completamente i trattamenti ma ne richiedono molti meno rispetto a quelli mediamente necessari in ambito biologico o convenzionale con varietà tradizionali.
Grazie agli organizzatori e ai partecipanti.