Civile 2021, Colle Regina

L’anticiclone nordafricano batte ancora sulla penisola, la città è semideserta, o così sembra. Mi sono avventurato fuori per riconsegnare un libro in biblioteca e sono stato sul punto di svenire, meglio restare al coperto, a temperatura controllata, come le uve.  A proposito di uve, buona vendemmia a tutti i vignaioli!.

Anche i vini rossi che riemergono dalla cantina per essere assaggiati li tengo in frigorifero, almeno per un paio d’ore, una sorta di acclimatamento necessario per non dover rinunciare al piacere di un rosso nella rovente estate.

Civile 2021 è visivamente rosso rubino, proviene dal Trevigiano. È consistente e dal profumo abbastanza complesso. Esprime un frutto rosso che mi ricorda l’amarena e le visciole, poi trovo note balsamiche d’erbe di montagna e speziate di cannella.

Le uve sono di Regent, un incrocio PIWI tra varietà (Diana x Chambourcin), coltivate su terreni di conglomerati rocciosi con argille, silicati di ferro e alluminio a 220 m/slm sulle Colline di Col San Martino.

In bocca ha un’entrata setosa e minerale. Il corpo è piuttosto leggero. Mostra un tannino sottile e vivace che chiede qualcosa da aggredire. Nel retronasale si ampliano i sentori aromatici vegetali, suscita ricordi di cuoio e pepe nero. L’insieme è gradevole e fresco. 

La vinificazione avviene a temperatura controllata, a contatto con le bucce per circa 20 giorni, con frequenti rimontaggi. Affina in barriques di rovere francese per 12 mesi.

La percezione è quella di un vino nato “selvatico” che è stato “civilizzato”, i ricordi di altri Regent assaggiati sono più spostati verso il sottobosco e il vegetale, vini strong al limite del rustico.

Il Civile di Colle Regina ha una trama ben disposta pur conservando la sua tipicità varietale. La barrique l’ha smussato e reso godibile. Ha una buona lunghezza ed una persistenza discretamente lunga e pulita. In chiusura mi ha ricordato le ciliegie sotto spirito e la liquirizia. Il volume alcolico è del 13%, lo aiuta nel portamento. Mi piace il minimalismo dell’etichetta, mette nero su bianco una personalità che non ha sfumature d’interpretazione, o ti piace o non ti piace. In ogni caso il vino è nitido nella sua trasposizione nel palato.

Il Civile (bottiglia N. 038), messo insieme a qualche fetta di coppa stagionata (oppure suggerisco delle preparazioni con un buon grado di grassezza), trova la sua migliore espressione. È un vino “alimentare” che ben si presta alla tavola.

Assaggiandolo sono tornato in montagna, alla pausa panino, con una fame da lupo. L’aria è abbastanza fresca, simile a quella generata dal condizionatore che instancabilmente continua a pompare…

Estate 2023, Milano come Bangkok