Frish bianco e rosé 2018, Kränzelhof

“La stagione dell’amore viene e va
I desideri non invecchiano quasi mai con l’età
Ne abbiamo avute di occasioni
Perdendole, non rimpiangerle, non rimpiangerle mai”

È un verso della Stagione dell’amore di Franco Battiato, musicista e poeta recentemente scomparso. È così semplice e vero che commuove. L’ascoltavo mentre preparavo la degustazione.
Nei due vini dell’annata 2018 ritrovo quella “occasione” persa, di assaggiarli in giovinezza. Sullo shop online mi sono fatto convincere dall’affermazione riportata dal produttore “Un vino che è sul suo picco di piacere…” ed eccomi ora a sperare che anche i vini da uve Piwi, come i desideri, non invecchino mai.

I colori in etichetta sembrano sventolare come le bandiere colorate del Giardino dell’amore (Garten der Liebe), uno dei 7 giardini del parco di Kränzelhof a Cermes in Alto Adige. 20000 mq di giardini disseminati di opere d’arte. Natura e arte sono anche il connubio alla base della produzione vinicola di questa cantina con 800 anni di storia.
Il vino come opera d’arte della natura e il vignaiolo come artista che nelle scelte in cantina decide come utilizzare i colori e i sapori che ha a disposizione sono una suggestione realistica, vediamo ora cosa si trova nel calice.

Frish bianco 2018, Kränzelhof

Ottenuto da uve di Muscaris, Souvignier Gris e Chardonnay vinificate con fermentazione lenta a freddo e affinamento suddiviso per il 50% in vasche d’acciaio e per l’altro 50% in barrique.
Brillante e vivo, con un tono di giallo tenue con riflessi verdini.
I profumi sono floreali di rose e di moscato con una leggera speziatura pepata.
L’assaggio regala aromi fruttati evoluti con ricordi di uva spina, pera, banana e una notevole sapidità minerale che stuzzica la lingua e le gengive in una bella progressione che vede danzare insieme l’aromaticità del Muscaris, il carattere esotico del Souvignier gris e l’eleganza dello Chardonnay. Il volume alcolico del 12,5% ben si adatta a questo vino che lascia ampio spazio all’espressione gustativa. È piramidale, con al vertice quella acidità mineralità che mantiene il vino fresco e perfettamente rivolto verso l’alto. La base è larga, possente, si ritrova il passaggio in barrique con sentori di nocciola e note morbide che accompagnano la persistenza in un finale armonico. Mi piace l’interazione dei diversi aromi e quella speziatura che gli dona grande personalità. Come i baffi sul volto di Dalì.
Posso immaginare quanto il Frish possa essere “esplosivo” sulla lingua e verticale nella sua giovinezza ma sono contento d’averlo assaggiato in questa condizione di evoluzione e maturità. Un’opera d’arte di vino?. Sicuramente sì, mette insieme i “colori” varietali in un modo unico ed il risultato è altrettanto unico.

Frish rosé 2018, Kränzelhof

In questo vino le uve sono di Cabernet Cortis, Prior, Regent vinificate con fermentazione lunga a freddo.
Il colore è bellissimo, cerasuolo con riflessi cremisi. Brilla vivace nel calice con profumi di piccoli frutti rossi maturi, ciliege, lamponi e floreali di violette in fiore.
L’assaggio è succulento e gustoso con un tannino leggero che invoglia l’abbinamento con il cibo. Penso ai carboidrati della pasta e meglio ancora della pizza se si si vuole superare uno scontato aperitivo a base di formaggi e salumi. Anche in questo rosé la componente salina ha un ruolo importante che insieme all’acidità lo rende ancora fresco e piacevole pur arrivando dalla vendemmia 2018. Temevo fosse ormai “avanti” ed invece è uno scrigno che conserva aromi fragranti e freschezza gustativa. In ottima forma e con un bel finale al lampone e una grande facilità di beva. La maturazione gli ha conferito armonia. La scelta del tappo a vite ne ha preservato le caratteristiche e lo manterrà in forma ancora per qualche anno. Il volume alcolico è del 12,5%.

In conclusione questi due Frish mi hanno dimostrato una struttura importante che li ha mantenuti vivi e gustosi. Inoltre si evidenzia la potenzialità evolutiva delle varietà resistenti (Piwi), sia nel bianco che nel rosato. Non posso esimermi dal rilevare che “altri” rosati decadono alla sostituzione del calendario annuale.
Pur non conoscendo Fanz e Stephanie Von Pfeil del Kränzelhof mi è arrivata chiaramente la percezione di naturalità dei loro vini e quella scintilla creativa che abita l’arte …e i loro vini.

Kränzelhof – Kunstwerk der Natur, Via Palade 1, Cermes (BZ) – Sito web