Naran Solaris 2021 e Naran Souvignier Gris 2020, Pravis

Naran rappresenta l’Ouroboros, il serpente ‘infinito’ che si morde la coda, il ciclo continuo della vita. I quattro elementi, le quattro stagioni, le quattro parti del giorno, le quattro età dell’uomo. Metafora per rappresentare anche la ciclicità del vigneto e l’armonia che porta l’uva a diventare vino anno dopo anno ed esprimere in modo veritiero il territorio e la filosofia produttiva di Pravis. Azienda che tra le prime ha introdotto i Piwi nella Valle dei Laghi, ai piedi di Castel Madruzzo (TN).

Naran Solaris 2021, Pravis

Il giovanotto si presenta bene, limpido e solare, dalle pelle chiara e i riflessi primaverili. Profuma di fiori, corre sull’erba alta raccogliendo profumi fragranti. Sentori di timo, uva spina, mela verde, fiori di tiglio e biancospino. Un bouquet intenso senza sfumature scomposte.

L’assaggio conferma la giovinezza aromatica lasciando intravedere un bel fruttato alla base. La leggera nota vegetale, verde, non infastidisce ed anzi proietta il pensiero verso quella natura che esplode in primavera. Acidità e salinità sono equilibrate, procedono dritte mantenendo tensione e freschezza. Nel finale apprezzo il ricordo di pesca bianca che mi suscita e che rimane abbastanza a lungo.
Il corpo è snello, come un adolescente che cresce e inizia a farsi i muscoli. Il volume alcolico del 12,5% accompagna ed armonizza con sensazioni gliceriche e setose.

Domina la freschezza e la conseguente propensione all’aperitivo o a una merenda estiva in cui dissetarsi con un buon vino. D’obbligo il secchiello del ghiaccio o il ruscello montano nelle vicinanze.
Il vigneto di Solaris si trova a Vezzano, a 350 m/slm con esposizione sud-ovest. Il terreno ha una matrice di Dolomia, carbonato di calcio e magnesio.
Il terroir si ritrova nel calice esprimendo naturalezza e piacevolezza.

Naran Souvignier Gris 2020, Pravis

In questo Naran, più adulto di un anno rispetto al precedente, si denota un colore giallo paglierino carico, anch’esso limpido e brillante che a guardarci dentro è come guardare attraverso una lente di ingrandimento.
I profumi sono maturi ed evoluti, orientati verso il fruttato polposo, trovo ricordi di melone e papaya, fiori di gelsomino, spezie dolci.

All’assaggio si pone con corpo robusto, ampio nella distensione, caldo ed avvolgente, il volume alcolico è del 13%. Si allunga rilasciando note sapide e minerali insieme ad una acidità di base che mantiene la bocca fresca. Gli aromi restano a lungo nel palato conferendogli una personalità di tutto rispetto.

La maturità di questo Souvignier apre ad interpretazioni culinarie più complesse, lo vedo abbracciare piatti a base di pesce, come una pasta alle vongole o una impepata di cozze. Il vigneto si trova a Lasino, a 510 m s.l.m. con esposizione sud-ovest. Il terreno ha una tessitura di Dolomia con presenza di carbonato di calcio e magnesio.

Entrambi i vini mostrano un panorama montano, limpido, con profumi freschi ed invitanti. La vinificazione accompagna preservando quella naturalezza che mi aspettavo. Ottimi entrambi, figli della stessa filosofia produttiva che si mostra con continuità qualitativa.

Il Solaris è un’esplosione di profumi che ti circonda, un vino da festa e spensieratezza. Nel Souvignier Gris c’è armonia e maturità, mi fa venir voglia di mettermi a tavola e gustarlo con calma sperimentandolo con nuovi abbinamenti.