Feltro Bianco 2021, Terre di Ger
È ormai una settimana che piove, seppure ad intermittenza, ci voleva la pioggia ma non così tanta. Vorrei fare un reclamo al direttore lassù, che poi arrivare al venerdì con questo tempo ti viene la depressione. Eravamo già proiettati verso l’abbigliamento estivo e invece sono ricomparsi i felponi. Vediamo di cambiare registro; per prima cosa ci vuole un pezzo musicale adeguato, Blitzkrieg Bop ad esempio, e una buona bottiglia. Vado sul sicuro, il Feltro Bianco di Terre di Ger.
Olfattivamente ha una trama complessa che vede intrecciarsi i profumi della frutta gialla matura di mela con quelli tropicali di maracuja, fiori di sambuco e spezie dolci che arrivano al cioccolato bianco.
L’assaggio è una botta di vita, o meglio una spallata alle papille gustative, visto che sotto ci sono i Ramones a pestare. L’avevo contemplato nella sua sfericità nasale ma in bocca sale in alto, dal palato al retronasale. Sotto si fermano le morbidezze alcoliche e la cremosità glicerica mentre salgono le sensazioni fresche e minerali.
Il frutto torna polposo aggiungendo ricordi di mela nel retrogusto. La salinità è equilibrata e particolarmente gradita nel finale. C’è poi un ‘vedo non vedo’ di sentori di idrocarburi alla Riesling che fanno un saluto per poi lasciare spazio al fruttato che domina il ricordo di questo vino.
Bello ritrovare questo vino che non per niente ha vinto la rassegna dei Piwi 2022 alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige. È un vino da compagnia che mette insieme piacevolezza e dinamicità.
C’è un bel equilibrio tra le uve di Solaris e di Bronner che lo compongono. Entrambe sono state evidentemente raccolte nel momento giusto di maturazione e vinificate con precisione. Corpo e fragranza aromatica hanno lavorato come due mani sul telaio per mettere insieme qualcosa di unico.
C’è il contributo del Terroir Feltrino senza dubbio, ma anche una inusuale finezza del Bronner che regala struttura e fragranza aromatica. Ne rimane abbastanza a lungo il ricordo in bocca ma non è questo a definire il vino. È piuttosto la voglia immediata di versarsi un nuovo calice. Attenzione che il volume alcolico non scherza, è del 13,5%.