SantRosé, Granitus e Muskaris di Santerhof

La produzione di Wilhelm Gasser si mostra sempre ad alti livelli. Mette in risalto il terroir montano, esprimendo mineralità e freschezza nei vini.
Santerhof è a Rio Pusteria, all’inizio della Val Pusteria a circa 750 m/slm. È la cantina più settentrionale d’Italia.
I suoli della zona sono composti da argille più o meno sabbiose e argilloscisti che donano ai vini corporatura ed eleganza.

Sono tre i vini che ho messo a confronto.

SantRosé 2020, Santerhof

È un vino rosato, ottenuto dalla breve macerazione di varietà a bacca rossa resistenti alle malattie fungine (Piwi), Monarch e Cabernet Cortis.

Il bel colore lampone nel calice si ritrova anche nel profumo, insieme a fragoline di bosco e amarene.
L’assaggio è elegante ed equilibrato. L’acidità lo rende scorrevole, mantiene la bocca pulita. Gli aromi rimangono fragranti di frutti appena colti, anche nel retrogusto, mentre un tannino sottile ricorda il colore delle bacche d’uva di provenienza.
Il volume alcolico è del 12%.

È un vino schietto e sincero, con una piacevole sensazione minerale, salina e carbonica. Ottimo per essere servito come aperitivo, fresco sugli 8/10°, alternativo ai soliti bianchi.
Mi piace perchè ha personalità e aromaticità senza eccedere in estremismi. Chiama il sorso, ancora e ancora.

Granitus 2016, Santerhof

Il Granitus si mostra con riflessi luminosi, brillanti, in un giallino tenue sullo sfondo. È fatto di luce.
I profumi sono eleganti, richiamano i fiori di limone, le erbe di campo in primavera ed aromatiche di basilico e timo.

L’assaggio è teso, minerale e agrumato negli aromi retronasali. Si protrae con vitalità, rimangono ricordi salini e sentori fruttati di mela e ribes bianco. La notevole acidità controlla senza problemi il volume alcolico del 13,5%.
È un vino bianco da uve Johanniter di grande freschezza e verticalità, pronto ad affrontare pietanze particolarmente grasse o untuose come possono essere certi salumi o primi piatti a base di pasta con burro e formaggi.

Il Granitus esprime perfettamente uno status minerale nella sensazione tattile in bocca. Immagina la durezza del granito, il freddo della montagna con le acque gelide che scendono nei ruscelli. Se chiudi gli occhi li ritrovi in questo vino.
È un 2016 muscoloso con davanti parecchi anni prima di perdere forza.

Muskaris 2019, Santerhof

Anche questo Muskaris evidenzia un colore delicato dalle sfumature verdine.
Sono i profumi ad arrivare netti al naso. Di rosa bianca, di fiori d’arancio e mandarino. Ricorda anche gli aromi del moscato ma qui è tutto molto preciso ed elegante. Non stanca sentire questi aromi.

L’assaggio è succoso, con gli aromi agrumati e floreali che rimangono a lungo. Un leggero residuo zuccherino fa da contraltare all’acidità e sapidità che si trovano in questo bianco aromatico.


Il bouquet è davvero intrigante. Nella persistenza si gode a lungo degli aromi che non diventano mai stucchevoli. Ottimo e ideale come vino da conversazione. Se avete in programma un primo appuntamento questo è il vino giusto per conquistare. Accompagnato a tartine al salmone e caviale farebbe la sua bella figura.

2021

Tutti i vini del Santerhof sono prodotti in regime biologico. Esprimono naturalità e piacevolezza gustativa, con quella verticalità tipica dei vini bianchi Altoatesini.
Ho cercato di decidere quale dei tre mi piaceva di più e ho scelto il Muskaris, un vino ottenuto da una varietà poco diffusa, creata a Friburgo nel 1987 incrociando il Solaris al Muscat a Petit Grains. Aromi ed eleganza in forma liquida.

Santerhof, Wilhelm Gasser, Via Pusteria 40, Rio di Pusteria (BZ) – Sito web