DōFaSol 2021, Ca’ da Roman

Per la festa dei lavoratori e il concertone del primo maggio non potevo stappare un vino migliore.
Offre un profumo floreale con richiami al fieno, al miele e alle spezie. Facendolo muovere ne scaturisce una inaspettata nota mentolata che mi ricorda le famose caramelle col buco.
Inizia un concerto che in bocca suona come casse da 200 Watt. Corpo, rotondità e spessore sono spinti da una bella acidità e da una sapidità che, come un assolo, si sofferma sulla punta della lingua.

Il Dō del nome corrisponde a quella nota musicale che più si addice a questo vino strutturato e dal tono profondo. Le uve PIWI di Bronner e Johanniter (vitigni resistenti alle malattie fungine), giocano in coppia nell’offrire complessità nel palato e più su nel retronasale. Fanno capolino sentori di mela golden, mango ed erbe aromatiche.
DōFaSol affina in barrique per 10 mesi. Il passaggio in legno è ben calibrato e rende questo vino preciso sotto tanti punti di vista. Non c’è un aroma fuori posto e tutto gira in modo armonico come su uno spartito. Anche dopo minuti gli aromi sono presenti e la sfumatura speziata di vaniglia nel finale è elegante.

Il volume alcolico del 13,5% rimane sotto controllo se si mantiene il vino ben fresco e si accompagna l’assaggio con qualcosa di sostanzioso. Ha morbidezze cremose e gliceriche che si evidenziano con il salire della temperatura. Sta ad ognuno decidere come meglio gustarselo.
Tra i vini di Ca’ da Roman è sicuramente nella Top 3 delle mie preferenze. Avevo assaggiato la 2020 con piacere ma questa 2021 raggiunge un livello di piacevolezza di molto superiore.

2023