Sine Limes 2022, Torrerossa

Torrerossa è un progetto di viticoltura nella zona dei Laghi in provincia di Varese  e prima ancora il sogno di tre ragazzi che una sera di una decina d’anni fa, ai piedi della Torre di Velate (patrimonio FAI), si sono messi in testa di fare il loro vino. 

Adriano, Fabrizio e Marco (l’enologo), a piccoli passi, anno dopo anno, affittano i terreni e impiantano con l’obiettivo di produrre vini salubri attraverso pratiche biologiche e biodinamiche. Trovano i locali da adibire a cantina e arrivano al traguardo del loro vino, anzi di tre vini, quanti sono loro. Un tipico Nebbiolo, il Limes da Nebbiolo e Merlot e il Sine Limes (dal latino senza confini), il PIWI che vi presento.

Le uve del Sine Limes sono principalmente di Bronner ed in minima parte di Solaris. Le vigne di quasi un ettaro sono situate nei comuni di Lozza, Gazzada e Castronno. Data l’annata particolarmente calda e siccitosa la vendemmia è stata fatta a fine agosto. Nella vinificazione le uve hanno fermentato spontaneamente con lieviti indigeni e sostato sulle fecce fini per circa 4 mesi su materiali diversi. Il Bronner in barrique usata e il Solaris in acciaio. È un vino non filtrato.

Alla vista è di un bel giallo paglierino carico, abbastanza limpido con fini depositi che si riscontrano sulle pareti del calice, è appunto un “non filtrato”. All’olfatto c’è pulizia e finezza. Arrivano aromi estivi di fiori e frutta gialla matura. Ci trovo sentori di mela golden, un frutto tropicale di maracuja, un agrume in sottofondo e una speziatura che mi fa pensare alla cucina indiana.

L’assaggio è intrigante, fresco e salino, in parte vinoso per la sua giovane messa in bottiglia, con un tannino che vorrebbe chiederti subito un’alicetta su un crostino di pane. C’è un bel ritorno aromatico nel retronasale che conferma l’olfatto e che accentua un agrume fresco e succoso.

È un vino in divenire, già ampiamente godibile adesso, al punto che un sorso tira l’altro. Sarà in grado di evolvere nel migliore dei modi e offrirsi con nuovi colori. Ha una buona acidità che lo mantiene teso e una smussatura, o forse meglio dire rotondità, che il passaggio in legno del Bronner gli ha conferito e che arriva sotto forma di sensazioni setose al palato ed equilibrio generale. 

Mostra un corpo abbastanza robusto e il volume alcolico del 13% gli dona calore senza esagerare. La persistenza aumenta più il vino si apre e prende temperatura. Ecco che allora si apprezzano maggiormente le note di macerazione, arrivano più esplicite, aggiungendo sentori di miele e frutta essicata, penso all’albicocca. Personalmente amo sentire come i vini bianchi si mostrino lentamente dopo aver lasciato l’abito fresco della cantina o del frigorifero.

Sine Limes parla di un territorio vocato ad esprimere molto bene queste varietà PIWI e non solo. È un “senza confini” in quanto a piacevolezza, riesce a soddisfare i palati più diversi. La scelta del momento di raccolta, della durata di macerazione e la tipologia di affinamento sono state fatte con precisione. È un macerato delicato, elegante. Bravi. 

Sono contento d’avere un’altra bottiglia da aprire tra qualche tempo, certo di trovare un vino vivo e gustoso. Se vi è venuta la voglia di assaggiarlo contattateli il prima possibile perchè la produzione di questo 2022 è limitata a qualche centinaio di bottiglie.