Souvignier Orange 2022, Manimatte

L’olfatto suggerisce ricordi di mandarino e albicocche disidratate, una inevitabile concordanza con l’aspetto cromatico di questo Souvignier orange (gris) di Bellinzona, nella Svizzera italiana. All’assaggio è un macerato che esprime con eleganza le caratteristiche varietali, l’estrazione non va ad intaccare la fragranza e la facilità di beva.

Gli aromi si confermano nel retronasale andando ad offrire anche un pot pourri di fiori essiccati. Il corpo è discreto e la pulizia lo accompagna fino in fondo chiudendo su percezioni saline e piccanti. Non ha una lunga persistenza ma è evidente che si propone come vino “da sete” a soddisfare momenti conviviali e spensierati. Ciò non toglie che messo in tavola possa soddisfare l’abbinamento con preparazioni ben strutturate. Per rimanere in tema “orange” l’ho provato con un risotto alla zucca e speck. La componente tannica si associa con armonia alle dolcezze della zucca.

In vinificazione la fermentazione è spontanea e la macerazione dura 3 mesi. L’enologo è un amico veronese, non per questo voglio parlare bene di questo vino, ma perchè è realmente un bel macerato. Di quelli che un calice dopo l’altro rendono la compagnia festosa. Il territorio e l’espressività dei vini del Canton Ticino sono assolutamente da scoprire.

Bravo Luca De Palma, mi stai subdolamente convincendo ad iniziare a parlare dei PIWI degli “altri”.