Risveglio e Calì 2021, Renato Cervo

È arrivata la primavera e questi due vini di Renato Cervo sono perfetti per accoglierla. Risveglio è un bianco da uve Solaris e Calì un rosso da uve di Cabernet Cortis, entrambi sono vinificati in acciaio da uve coltivate ai piedi del Monte Pizzocco a San Gregorio nelle Alpi (BL).
Due vini che in etichetta visualizzano una integrazione tra uomo-natura che ben rappresenta il mondo dei vini “PIWI” e la sostenibilità.

Risveglio 2021, Renato Cervo

“Il risveglio è mattutino, fresco. Il sole si è appena affacciato con i suoi raggi bianchi e luminosi. L’erba è ancora bagnata”. C’è questo nel vino, aromi floreali e vegetali che nel movimento arrivano al fruttato d’agrume. In bocca ha corpo e acidità. Scorre lasciando ricordi fruttati di pera e agrumi verdi, penso al lime ad esempio. Ha la roccia dentro, arriva sotto forma di mineralità gessosa e salina al palato.

Ha una un’energia positiva e un buon equilibrio complessivo. L’alcool nel Vol. del 13% lo aiuta a levigare il sorso. È un vino di montagna, un risveglio in altitudine. Sale nel palato come un’arrampicata in parete. La verticalità è la sua dimensione.

Il panorama dalla cima porta lo sguardo lontano e puoi rimanere a lungo ad ammirare gli aromi di agrumi e i ricordi di banana e pera all’orizzonte.
Sogno d’essere in vacanza in Valbelluna, svegliarmi tardi e fare una colazione di salumi e formaggi accompagnati da un calice di questo Solaris.

Calì 2021, Renato Cervo

Mannaggia”, avevo il calice pronto ma poi sono andato a vedere Facebook e rispondere ad un post, senza accorgermene ho assaggiato il calice di Calì che avevo preparato e continuato a scrivere. Potrei subito dire che avendo fatto un paio di sorsi, non ho riscontrato difetti ed anzi il secondo sorso è stato indotto dalla piacevolezza.
Per la cronaca il Calì è di un bel rosso rubino. I profumi mi hanno portano nel sottobosco facendomi arrivare note balsamiche e fruttate di bacche rosse e melograno.

All’assaggio ha una freschezza paragonabile a una Schiava e un corpo da Teroldego, scusate il paragone con i vini trentini fatti su un vino veneto ma volevo dare l’idea di cosa mi arrivava e sono stati i primi che mi sono venuti in mente. La realtà è che questo è un Cabernet Cortis, una varietà nuova ed unica che si esprime in un territorio montano e che merita d’essere descritta nella sua unicità.

Il Vol. è del 13%, ha un corpo ben strutturato e tannini abbastanza integrati con un bouquet aromatico interessante per complessità. All’inizio ha qualcosa di vegetale che lascia subito spazio a piccoli frutti rossi maturi appena colti. Anche questo Calì è ben fatto ed equilibrato con una persistenza abbastanza lunga. Tanta piacevolezza, facilità di beva ed un finale amabile.

Una curiosità per chi non è un esperto di vitigni PIWI è che il Cabernet Cortis è stato ottenuto dall’incrocio del Cabernet Sauvignon con il Solaris (a sua volta ottenuto da Merzling x Geisenheim 6493). Entrambe sono state iscritte al Registro nazionale nel 2013.

Sarà la primavera, il “pensiero positivo”, o più verosimilmente la natura di questi vini, ma mi sono piaciuti entrambi parecchio. Penso che abbiano anche il potenziale per durare a lungo ed offrire ulteriori caratteristiche evolutive d’interesse nei prossimi anni.